La Nuova Sardegna

Nuoro

A Desulo un tagliere da guinness

di Giovanni Melis
A Desulo un tagliere da guinness

Realizzato dall’intagliatore Claudio Mereu è in mostra da oggi negli stand di Montagna Produce

01 novembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





DESULO. «Una persona di montagna non può perdere il suo rapporto con il castagno, perché non è un semplice albero o un utile bosco. È una infinita fonte di energia e quindi di vita». Nelle parole di Giampiero Poddie, boscaiolo di Tonara, profondo conoscitore delle foreste sarde, c’è tutta la poesia per l’albero dell’autunno. E dal castagno parte la storia di oggi, un legno che per i desulesi era come il maiale: non si buttava nulla. Corteccia, foglie, frutti, legno e anche le radici, gli antichi artigiani del paese ne hanno tratto una invidiabile forma di sostentamento, realizzando anche i tipici truddas e tageris, celebrati persino da Montanaru. E da una parte di tronco, che pareva non esser neppure utilizzabile, un buon intagliatore capisce al volo se si può trarre qualcosa di buono. Claudio Mereu, intagliatore locale passato alla storia per le sue originali Sardegne in castagno, in quel pezzo di legno senza anima ha visto un suo pallino: un tagliere. Perché nel paese dei castagni, non ci può essere famiglia senza un tagliere. Un paio di colpi di motosega per squadrare, eliminare nodi e nervature, qualche altro di scure per dare la forma giusta. Ne è scaturita una tavola di oltre tre metri che, dopo una settimana ed oltre di lavoro inizia a prendere la forma desiderata. E se non è da guinness poco ci manca. E quale miglior occasione che quella de la Montagna Produce per presentarla al pubblico? L’opera viene rifinita grazie ad un collaboratore di eccezione, Antoneddu Zanda, noto in paese per essere la voce del locale gruppo a tenores. Il lavoro dovrebbe essere terminato in mattinata e sarà uno dei pezzi forti nelle esposizioni delle arti tradizionali in paese. «Appena ho visto questo pezzo di legno ho iniziato a sistemarlo per trarne materiale d’opera – racconta Mereu– Ma man mano che procedevo ho intravisto la possibilità di realizzare un grande tagliere e ho proseguito su quella via». Sette giorni di paziente lavoro e la figura è emersa in tutta la sua maestosità. Perché senza pazienza non si ottiene nulla: lo sapevano i vecchi maistos de linna, come il compianto Birore Peddio, che dal legno tirava fuori le sue “figuras” e arceddas che hanno arredato mezzo paese. Lo sapevano Tiu Cappeddu e tiu Dironda con le loro facciolas e utensili, Soboeddu Marcis e i fratelli con la realizzazione de “s’istergiu”, la minuteria lignea da cucina in vendita nelle feste di tutta la Sardegna. Così come lo sanno i fratelli Calaresu, che continuano una tradizione familiare. In questi giorni di festa il lavoro di Claudio Mereu pare tutto dedicato ad un mondo antico che resiste ancora, nonostante le note fabbriche, i compensati ed i siliconi. Perché col tempo che passa e la tecnologia che avanza, non si può fare a meno del bosco e dei suoi prodotti, così come il castagno così per il sughero. Sarebbe come rinnegare se stessi.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative