La Nuova Sardegna

Nuoro

Attentato al direttore dell’Ente foreste, assolti i tre imputati

Attentato al direttore dell’Ente foreste, assolti i tre imputati

Bomba a Felice Corda, il tribunale ha accolto le tesi difensive di Farina, Ruiu e Manca. Ribaltato l’impianto accusatorio del pm

31 ottobre 2014
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NUORO. Assolti per non aver commesso il fatto. Si è concluso con tre assoluzioni il processo per l'attentato all'ex direttore dell'Ente foreste, Felice Corda. Il tribunale, presidente Demuro, a latere Cozzella e Useli Bacchitta, hanno accolto le istanze portate avanti dagli avvocati della difesa e assolto i due imputati: Franco Alessandro Ruiu (difeso dagli avvocati Mario Lai e Umberto Papandrea), e Carmelo Ignazio Farina (assistito dall'avvocato Gianluigi Mastio) per i quali il pubblico ministero Laura Taddei, al termine della sua requisitoria aveva sollecitato la condanna a cinque anni di carcere. Il tribunale ha mandato assolto anche il terzo imputato, Paolo Manca, consigliere comunale dell'Udc (assistito dagli avvocati Mario e Francesco Lai) per il quale anche il pubblico ministero aveva concluso chiedendo l’assoluzione.

I giudici sono rimasti in camera di consiglio per oltre due ore prima di emettere una setenza che ha soddisfatto i difensori, ma lasciato l’amaro in bocca all’ex direttore dell’Ente foreste e ai suoi avvocati Basilio Brodu e Martino Salis.

Felice Corda era rimasto vittima dell’attentato il 7 aprile 2003: la sua casa al mare a Cala Liberotto era stata fatta saltare in aria con l’esplosivo ed era stata semidistrutta. Qualche giorno prima, il 14 marzo 2003, era stato messo a segno un altro attentato incendiario, ma essere presa di mira era stata la casa dei vicini del dirigente forestale, quella dei coniugi Porcu-Pira, che aveva riportato danni ingenti.

I difensori degli imputati hanno smontato pezzo per pezzo le accuse nei confronti dei loro assistiti. Subito dopo l’attentato, l'attenzione dell'ex direttore dell'Ente foreste si era concentrata soprattutto su Franco Alessandro Ruiu, un operaio forestale di Orosei. Secondo Felice Corda, era insoddisfatto per non essere riuscito a ottenere gli avanzamenti di carriera ai quali mirava e, nonostante fossero stati banditi i concorsi per cinque posti di caposquadra, uno dei quali a Orosei, lui era stato escluso perché privo del necessario diploma.

In quel periodo, c'erano state pressioni anche da parte dei sindacati per modificare i termini della selezione, evitando il concorso ed erano anche partite lettere minatorie firmate da un sedicente gruppo "Sos Istentales".
Così, dopo l’attentato le indagini si erano concentrate su Ruiu e poi su Carmelo Ignazio Farina. A casa di Ruiu era anche stato trovato un contenitore "sospetto" usato per conservare gelatina da cava mentre nell'abitazione di Farina erano stato scoperte copie delle lettere anonime scritte con un normografo, che però, non era compatibile con quello usato per le lettere minatorie.

«Troppa confusione nelle indagini» ha sostenuto Francesco Lai nella sua arringa, evidenziando l'inutilità di procedere senza prove. «Assolveteli» hanno concluso gli avvocati Mario Lai, Gianluigi Mastio e Umberto Papandrea. E il tribunale li ha assolti. (plp)
 

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