La Nuova Sardegna

Nuoro

Protezione civile, si riparte da zero

Protezione civile, si riparte da zero

L’assessore regionale all’Ambiente Spano parla del ruolo del centro funzionale e dei Comuni con il nuovo piano operativo

30 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Mi dicono che dovrei usare Twitter e Facebook. E io rispondo: ma cosa dovrei twittare? Cosa avrei dovuto scrivere in previsione di quanto è accaduto poche settimane fa a Genova o in Toscana? L’informazione in emergenza deve nascere nel territorio. Il tema di fondo è proprio questo, che i territori sono poco preparati ad affrontare l’emergenza». Sono parole di Franco Gabrielli, capo della Protezione civile nazionale, risuonate ieri nella sede dell’Ailun in un videomessaggio di saluto alla giornata di studi su un tema di stretta attualità, nonostante sia passato un anno dalla terribile alluvione del 2013: “Comunicare l’emergenza o emergenza comunicazione?”. Un interrogativo che ricorre frequentemente all’indomani dei disastri ambientali. Ancora Gabrielli: «I sindaci dicono: “Non siamo stati avvisati”. Ma è un ritornello con cui molti amministratori giustificano le proprie inadempienze. Una su tutte, la mancanza di piani comunali di protezione civile adeguati».

L’incontro, introdotto e coordinato dal presidente dell’Ailun Lorenzo Palermo, era rivolto direttamente agli operatori della Protezione civile, dai vigili del fuoco agli agenti del corpo forestale, dai responsabili del settore negli enti pubblici sino agli psicologi delle Asl. Ma prima di entrare in una fase propriamente tecnica riservata agli addetti ai lavori, è servito a far capire lo stato delle cose in Sardegna. La bomba d’acqua che il 18 novembre 2013 si rovesciò sulla Gallura, il Nuorese e l’Ogliastra, provocò diciassette morti e mise a nudo i delicati meccanismi della protezione civile nel suo complesso. Oggi una calamità simile ci troverebbe più preparati a reagire? È la domanda delle cento pistole, ma un risposta in parte affermativa è arrivata dalle parole di Donatella Spano, assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, competente sulla Protezione civile. La novità principale è il Centro funzionale regionale istituito da poche settimane, che avrà il compito di monitorare costantemente la situazione metereologica, cui affiancherà tutte le informazioni territoriali, così da poter individuare (e comunicare) con esattezza eventuali stati di allerta. L’altro elemento di novità è l’adozione di un piano speditivo. «Un manuale operativo – ha detto l’assessore Spano – che consenta ai tutti i soggetti della Protezione civile di lavorare insieme e fare sistema. Occorre capire che siamo tutti altamente responsabili. I comuni avranno un ruolo di primo piano insieme con la Regione, e non dovranno più considerarla una controparte. Al contrario, dovranno essere consapevoli del loro ruolo fondamentale nella Protezione civile. L’altro fronte sul quale si dovrà lavorare infatti è la mitigazione dei rischi, dagli incendi al dissesto idrogeologico».

Mario Graziano Nudda, direttore generale della Protezione civile Sardegna, è poi entrato nei particolari del piano speditivo, che prevede livelli crescenti di intervento a partire dai comuni sino alla Regione. L’isola è stata divisa in sette zone di sorveglianza, che saranno costantemente monitorate. Gli allerta, infine, che sono stati spesso motivo di confusione a partire dai termini utilizzati. È probabile, dice Nudda, che al posto di definizioni come criticità ordinaria, elevata e rischi conseguenti, si adotti come altrove una scala di colori, una sorta di semaforo: dal giallo, il livello più basso, passando per l’arancione sino al rosso, cioè la situazione di rischio più elevata.

Il Comune di Nuoro ha adottato il piano della protezione civile nella scorsa primavera, ma il suo studio è cominciato nel 2009, come ha ricordato in apertura di incontro l’assessore comunale all’Ambiente Raimondo Deiara. (p.me.)

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative