La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuove strategie nella lotta alla peste suina

Nuove strategie nella lotta alla peste suina

L’associazione Copagri sta organizzando una serie di incontri con gli allevatori sulla prevenzione

28 ottobre 2014
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FONNI. Le nuove strategie della Regione Sardegna contro la peste suina passano per due direttrici: soggetto unico che si occupa di portare avanti le strategie di lotta contro la Psa, tra cui la guerra agli allevamenti abusivi e la tutela degli allevatori regolari, per poi giungere a marchio e filiera del comparto suinicolo. Il new deal della lotta alla peste suina è stato spiegato nell’incontro organizzato da Copagri Sardegna presso l’azienda agricola di Cristoforo Coccollone a Fonni. L’associazione di categoria, negli ultimi tempi, ha predisposto un programma di sensibilizzazione per allevatori e cittadini sulla peste suina africana. Si è iniziato con un seminario a Villagrande Strisaili, molto affollato. Un altro incontro si è tenuto a Tortoli. Si chiuderà con due visite ad aziende in condizioni di biosicurezza in Ogliastra.

All’incontro di Fonni la riunione è stata introdotta a Pietro Tandeddu, coordinatore di Coopagri Sardegna, Diego Carzedda dell’ Asl di Nuoro, Genesio Olmetto, veterinario di Laore, l’assessore alle attività produttive Antonello Balloi e il sindaco di Desulo Gian Luigi Littarru. «La peste suina – spiega Pietro Tandeddu, responsabile di Copagri – è presente da 36 anni mortificando un comparto come quello suinicolo, che ha visto una riduzione delle aziende e del numero dei capi. Il fabbisogno di carni e salumi, non è coperto nemmeno per il 50%. I salumifici sardi lavorano carni provenienti da fuori. C’è un mercato sardo, rappresentato da un valore di 500 milioni di euro». La peste suina danneggia l’economia e un settore di nicchia. «Il suino sardo – aggiunge Tandeddu- è una specie autoctona, tra le sei attualmente riconosciute dal ministero. Se noi andiamo a vedere cosa hanno fatto le altre regioni, per esempio la Toscana con la razza Cinto-Senese, o gli spagnoli con il Patanegra, prodotto da suino locale, hanno prezzi altissimi. Dal 1978 ad oggi ci sono stati circa 1800 focolai. A fronte a questo ci sarebbe un mercato sterminato».

Tra le soluzioni, la guerra all’abusivismo e l’eliminazione del pascolo brado.«Bisogna fare una emersione del bestiame non registrato- conclude Tandeddu- con una finestra per la regolarizzazione è a vantaggio degli allevatori. Fino ad oggi è mancato un coordinamento effettivo da parte dell’assessorato. Sono mancate le personalità adeguate. Si intende realizzare una centrale unica di comando per monitorare il fenomeno peste. Si sa che uno comanda e coordina e tutti i soggetti coinvolti che si occupino di catturare i maiali senza proprietario. Da un lato il Psr (piano di sviluppo rurale, ndr)si conferma un aiuto per chi conserva il suino sardo doc».

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