La Nuova Sardegna

Nuoro

A Torino trionfano i sapori del Nuorese

Valeria Gianoglio
A Torino trionfano i sapori del Nuorese

Dall’aranzada alla pompìa, passando per il torrone e i liquori: il made in Barbagia conquista il Salone del gusto

28 ottobre 2014
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TORINO «S’aranzada? Qui al salone di Torino ha conquistato tanti americani. E speriamo di farla conoscere anche a molti altri paesi». Non sta ferma un attimo, dietro il bancone allestito al salone del gusto del Lingotto, Rosamaria Pala. Scarta pacchetti pieni di delizie, sistema i cartoncini dell”Antica fabbrica del dolce nuorese, spiega a decine e decine di visitatori cosa si nasconde dietro quel dolce tipico di Nuoro che manda in visibilio tanti palati, e ogni tanto ricava un po’ di tempo anche per rispondere alle domande dei più curiosi.

«Questa è un’azienda che esiste dal 1886 – spiega con un pizzico di orgoglio – col tempo, ovviamente, sono cambiate le generazioni, ma la passione nel preparare questo prodotto è rimasta intatta». A poca distanza la ascoltano, attirati da tante delizie, un gruppo di visitatori del salone del gusto. E tra tanti c’è persino chi, negli stand del Lingotto, si è portato addirittura un trolley per poterlo riempire di prelibatezze gastronomiche e prodotti tipici.

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Uno degli stand del Nuorese che al salone fa strage di consensi, ad esempio, è quello della ormai celebre pompìa (un agrume tipico). Al panificio Pau di Francesca Pau, di Siniscola, sono vere veterane. Nel bancone allestito al salone del gusto, a offrirla ai visitatori, c’èMiriam Secchi, la figlia della titolare. «Prego, gradisce un assaggio?» chiede ai visitatori, sfoderando un sorriso grande così. «Come potete vedere – racconta, sistemandosi i guanti – qui con la pompìa abbiamo preparato tanti prodotti: c’è il candito, la marmellata, si può preparare anche il liquore. Della pompìa, insomma, non si butta via niente. Ce la stanno ordinando dalla Francia e dal Belgio, ma qui al salone è piaciuta molto anche ai giapponesi perché la vogliono abbinare, sotto forma di marmellata con alcuni loro piatti tipici».

A pochi metri dallo stand della pompìa ci sono altre due esponenti del gentil sesso che sfoderano il sorriso insieme al prodotto di tante loro fatiche: sono Piera Cadinu e le sue aiutanti, che da due anni, con la “Orgosolo liquori” fanno conoscere a un pubblico sempre più vasto la bontà e il profumo dei liquori aromatizzati con le erbe della campagna sarda.

«Per prima cosa andiamo noi a cercare le erbe che ci servono – spiega Piera Cadinu – poi nella nostra azienda prepariamo i liquori. Ne facciamo con il finocchietto, il mirto, l’elicriso, lo zafferano, il corbezzolo, e non solo. In Sardegna li portiamo alle enoteche o in punti vendita specializzati. Ma qui al salone abbiamo stretto contatti anche con i tedeschi e alcuni imprenditori del Lussemburgo. E speriamo di essere solo all’inizio».

Tra i debuttanti al salone del gusto di Torino, quest’anno, ci sono anche i maestri del Torrone Pili di Tonara. «è la nostra prima volta qui – conferma, infatti, Patrizia Sulis, mentre offre tocchetti di dolce appetitoso ai tantissimi presenti – la nostra ditta prepara il torrone dal 1889. Lo mandiamo in America, in Francia, a Torino abbiamo due punti vendita. Questa del salone è la nostra prima volta, in altre edizioni non siamo riusciti a venire perché abbiamo partecipato ad altre fiere concomitanti, ma quest’anno abbiamo deciso di provare e sinora ne siamo contenti».

E sorride, lì vicino, nella zona “C” del terzo padiglione, quello riservato ai produttori sardi, selezionati tramite la Camera di commercio nuorese, anche Sara Forma titolare della ditta Fratelli Forma di Sarule. «Siamo abbastanza giovani – spiega la titolare, Sara Forma – ma ci teniamo tanto, a questa ditta e a questo lavoro. Stiamo cominciando a partecipare alle fiere e ai saloni importanti come questo di Torino per farci conoscere. La nostra società agricola produce pecorino stagionato, semi-dolce, creme di formaggio, con aromi vari come il peperoncino».

Ha fatto un lungo viaggio, per partecipare al Salone torinese anche Eliseo Murgia della ditta Antichi gesti di Sadali. «Il nostro pane “pillu” – spiega – una sorta di carasau, tipico della Barbagia di Seulo, lo facciamo con tanti aromi che mettiamo nell’impasto come aromi essenziali come il timo, l’elicriso, il timo e l’origano». Anche il “pillu” è entrato di diritto in quella che gli organizzatori del salone hanno battezzato “L’arca del gusto”. È una sorta di mega raccoglitore di tanti prodotti del territorio riscoperti o da salvare. Dal Nuorese è entrato di diritto il celebre filindeu.

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