La Nuova Sardegna

AUSTIS. «Non è arrogante rispettare la legge e costruire procedimenti amministrativi rispettosi delle norme, come sta facendo il comune di Austis, arrogante è chiedere per sé al di la dalla legge» Lucia Chessa, sindaco di Austis ha replicato così alle accuse dei genitori dei bambini costretti a spostarsi dal paese per frequentare le lezioni scolastiche. «Questa amministrazione si è battuta per evitare che i bambini di Austis fossero pendolari già dall'età di 6 anni – ha sottolineato il sindaco –. E trovo gravemente violato il diritto allo studio a cui si appellano i genitori che, scegliendo di trasferire i loro figli, hanno di fatto determinato la chiusura della scuola: un grave danno per la comunità».

Questa la spiegazione del sindaco: «Nell'organico di diritto a giugno, si prevedeva la regolare apertura della scuola elementare di Austis. Durante il periodo estivo, alcune famiglie hanno scelto di trasferire i loro figli in diverse scuole di comuni vicini determinando così la soppressione della nostra scuola elementare e il trasferimento d'ufficio dei bambini iscritti ad Austis. A quel punto, abbiamo attivato una gara d'appalto per il trasporto dei bambini trasferiti d'ufficio, che vengono accompagnati nella scuola più vicina dal servizio del Comune. È evidente che hanno diritto al servizio solo i bambini trasferiti d'ufficio e non quelli che hanno scelto di iscriversi in altre scuole quando la scuola di Austis era ancora aperta: è stata proprio la loro scelta a determinarne la chiusura. Il diritto al trasporto non deriva dal fatto di essere residenti ad Austis, ma di essere stati trasferiti d'ufficio. Se qualcuno pensa che il comune abbia violato le norme non ho difficoltà a invitarlo a rivolgersi alla magistratura. Credo che i genitori che ora protestano fossero convinti che se riuscivano a far chiudere la scuola il Comune sarebbe stato costretto ad attivare il servizio di trasporto per tutti. Scelta fatta senza valutare le conseguenze».