La Nuova Sardegna

Nuoro

oggi alle 18 in cattedrale

Il vescovo Marcia presenta il Progetto pastorale

di Francesco Pirisi
Il vescovo Marcia presenta il Progetto pastorale

NUORO. Famiglia, formazione cristiana, cultura, carità, comunicazione. Sono queste le parole chiave del Progetto pastorale diocesano della Chiesa nuorese, che verrà presentato oggi (ore 18) nella...

17 ottobre 2014
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NUORO. Famiglia, formazione cristiana, cultura, carità, comunicazione. Sono queste le parole chiave del Progetto pastorale diocesano della Chiesa nuorese, che verrà presentato oggi (ore 18) nella cattedrale di Santa Maria della Neve. L’appuntamento sarà guidato dal vescovo Mosè Marcìa. Col presule, presbiteri, religiosi, rappresentanti di associazioni e movimenti, oltre a numerosi fedeli annunciati dalle 46 parrocchie della Chiesa nuorese. Il progetto pastorale darà indirizzi e riferimenti operativi per la vita della diocesi nel prossimo quinquennio.

Due anni di lavoro preparatorio che hanno coinvolto gli uffici diocesani della pastorale, il Consiglio presbiterale, l’organismo scelto tra i preti. Produzione raccolta nelle Linee pastorali, presentate a febbraio dal vescovo alla comunità. L’ultimo sforzo in questi mesi, con il coinvolgimento delle parrocchie, che ha portato alla definizione del progetto finale. Il risultato è un testo suddiviso per capitoli e temi dove viene analizzata la realtà della diocesi, con le sue energie, le difficoltà spirituali e materiali, e indicate le azioni per una crescita anche della vita sociale. Scelte che ribadiscono il magistero della Chiesa, sin dalla sua origine (l’evangelizzazione, su tutte), e dove appaiono determinanti le novità del pontificato di Papa Francesco, rilanciate in questi giorni nel Sinodo della famiglia, con cambi di marcia rispetto al rapporto con gli omosessuali e ai fedeli divorziati (o separati) per i quali sinora le porta della Chiesa si erano aperte solo a metà.

L’incipit per il progetto ecclesiale prende a prestito proprio le parole di Mario Jorge Bergoglio, nel 2008, quand’era ancora a Buenos Aires alla guida della comunità argentina: «La caratteristica del cambiamento della società – scriveva il futuro Papa – è che le cose non sono più al loro posto. Ciò che un tempo serviva per spiegare il mondo, i valori, il bene, il male, già sembra non funzionare più. Non si può dunque vivere nell’illusione che niente cambi e che basti aspettare che alcune cose ritornino ad essere come prima».

I cambiamenti sono nella società globale e in quella particolare. A Nuoro, le linee pastorali a febbraio hanno anticipato gli orientamenti, gli obiettivi e le risposte che ora il progetto mette direttamente in campo. Con le sfere spirituale e civile che si affiancano, si toccano, si condizionano, in un’interazione nella quale il vescovo e la comunità vedono insieme anche le soluzioni. I cambiamenti di cui parlava Papa Francesco sono certo le difficoltà e i mali dell’attualità. Quelli di fede prima di tutto. Mosè Marcìa orienta cure e attenzioni verso chi, proprio nella società del cambiamento, ha smesso di avere come riferimento la Chiesa, affinché per loro si metta in campo l’opera di una nuova evangelizzazione, con in testa l’impegno dei presbiteri chiamati a farsi missionari direttamente nelle parrocchie. Dentro quest’ansia apostolica anche lo sguardo rivolto agli adulti non battezzati, che diventano più frequenti in una società multiculturale. La via per accoglierli nella Chiesa – ha scritto il vescovo – è quella di un cammino neocatecumenale, con doveri ancora in capo a parroci e comunità, che quei camini di iniziazione cristiana sono chiamati a creare e favorire. Questioni e aspetti sui quali si innesta l’analisi e l’approfondimento sulla famiglia, dove il programma diocesano trova la sua massima applicazione. Quella che per tradizione e concezione cristiana è la prima casa del credente, risulta oggi – l’ha ricordato il vescovo nel suo discorso preparatorio al Progetto – il luogo dove spesso emergono le difficoltà e le contraddizioni maggiori. Le separazioni e i divorzi – è il concetto di monsignor Marcia – sono un fenomeno diffuso anche nella diocesi nuorese. Effetti di tante cause, con due fattori in primo piano: la sofferenza economica, determinata dalla carenza (o assenza) di lavoro, e il fattore culturale, che in Sardegna ha la ferita maggiormente purulenta nel fenomeno dell’abbandono degli studi nelle scuole dell’obbligo, stimato intorno al 25 per cento. Il male spirituale – lo ribadirà il Progetto diocesano – si cura con una formazione di qualità al matrimonio. La risposta della Chiesa alle necessità materiali è invece all’interno di una ricetta specifica: inserire la pastorale che interessa la vita della famiglia nei suoi aspetti civili ed economici nella più ampia discussione sulle politiche sociali.

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