Orotelli, via al recupero del vecchio acquedotto
Un’opera grandiosa inaugurata il 15 dicembre del 1929 nel paese in festa Marteddu: «Un progetto ambizioso che metterà in risalto gli antichi mestieri»
OROTELLI. Nella sua monografia su Orotelli, il prete-storico, don Salvatore Merche, preide Merche per i suoi compaesani, ne parla come se fosse un’opera d’arte. Se questa definizione è forse un po’ eccessiva, quell’opera, tuttavia, per dirla con lo stesso prete scrittor «fu grande e benefica». Si tratta dell’acquedotto di Orotelli che, come racconta ancora pride Merche, venne inaugurato in pompa magna il 15 dicembre 1929, di domenica alla presenza del prefetto e del questore di Nuoro e con la popolazione in festa. Un’opera grandiosa per quei tempi, perché, per la prima volta, consentiva alla popolazione del paese di avere acqua pubblica a volontà attraverso sette fontanelle dislocate nei punti più popolosi dell’abitato. Era la fine della sete sopportata da sempre. Ora, quell’opera, costata un milione e trecentomila lire, somma molto alta per cui tempi, è in disuso, soppiantata dal nuovo acquedotto realizzato in tempi più recenti. Nonostante l’abbandono, tuttavia, quell’imponente struttura, simile alla facciata di una vecchia chiesa, è ancora lì, nel rione alto di S’iscaleddu, a testimoniare un periodo storico che, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, ha significato, per Orotelli, come scrive ancora prete Merche, «un’era novella per la popolazione così a lungo provata dalla mancanza dell’acqua».
Ora, il vecchio deposito dell’acqua potrebbe tornare a nuovo splendore. Stavolta quale monumento civico, testimone di una infrastruttura storica e vitale che ha fatto crescere la gente di Orotelli. Un progetto in embrione, che potrebbe concretizzarsi nel giro di qualche anno. «Il vecchio acquedotto – fa sapere il sindaco, Nannino Marteddu – sarà valorizzato attraverso un progetto di recupero a cui stiamo lavorando di concerto tra Comune e Abbandona. Nell’ambito dello stesso percorso per dare visibilità alle strutture storiche del paese puntiamo a valorizzare anche gli antichi forni per la calce che si trovano a Carchinarzos». Un progetto ambizioso, che, oltre al recupero della vecchie strutture, metterà in risalto anche il lavoro di un tempo dei manovali e dei muratori di Orotelli che hanno lavorato alla costruzione dell’acquedotto. Un circuito virtuoso di lavoro che ora, purtroppo, non c’è più.