Educatori e catechisti parlano di Vangelo
Tortolì, oltre ottocento persone nella chiesa di San Giuseppe con il vescovo Antonello Mura
Il volto bello della Chiesa. Quella che, sulle parole di Papa Francesco, deve aprire le porte e uscire nel mondo. Quella chiamata a fare esperienza di Cristo e del suo Vangelo e che deve annunciare la buona notizia, educando alla fede, al mistero, alla carità, al servizio. È il cuore della riflessione che ha caratterizzato la serata di domenica scorsa, a Tortolì, in una chiesa di San Giuseppe gremita e raccolta attorno al suo vescovo, Antonello Mura e all'intero presbiterio diocesano. Il mondo della catechesi: circa 800 tra educatori, animatori, operatori pastorali e docenti di religione dell’intera diocesi ogliastrina hanno preso parte al convegno: “Catechesi, liturgia e carità per annunciare il Vangelo della gioia”. Un testo su cui ragionare, quello proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana, dal titolo “Incontriamo Gesù” e che reca in calce anche la firma di monsignor Mura. Un ascolto e un confronto tra pastore e catechisti sui punti fondamentali del cammino di catechesi che «lungi dall'essere mera conoscenza di fede acquisita con metodologia scolastica – ha sottolineato il vescovo – deve essere capace di compiere gesti significativi e di far fare esperienza di vita cristiana». Agile e snella la riflessione. Semplici e dirette le parole del prelato ogliastrino che giungono a una platea attenta e partecipe che medita, ma si interroga, bisognosa di suggerimenti, consigli e formazione. Monsignor Mura tutti ascolta. Annota e risponde. Spiritualità del catechista, essenzialità del messaggio evangelico, il pensare la liturgia, l’educazione alla carità e l’icona del buon Samaritano sono i punti che hanno qualificato circa due ore di confronto. Il centro nevralgico, però, resta uno solo: Cristo. «La catechesi – spiega il prelato di Bortigali – è un “sapere” Gesù, incontrarlo, conoscerlo, celebrarlo, viverlo e anche gustarne la bontà e l’amore. Un incontro che, essendo una relazione spirituale e profonda tra persone, richiede un’apertura, un “lasciarsi incontrare” da Lui. È la condizione per poter proporre ad altri lo stesso incontro». Un servizio complesso, ma indispensabile, quello dei catechisti e degli educatori a cui è affidata la vita dei piccoli e dei giovani: «Dovete essere capaci di far comprendere ai ragazzi che in qualunque situazione della loro vita, anche la più difficile e buia, Gesù c’entra sempre».