La Nuova Sardegna

Nuoro

Mamoiada, minoranza all’attacco della giunta Deiana

di Mattia Sanna

MAMOIADA. Opposizione sull’Aventino. Va avanti dal 30 luglio la protesta dei quattro consiglieri che disertano le adunanze dell’assemblea mamoiadina. Il gruppo consiliare di minoranza sceglie un...

05 ottobre 2014
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MAMOIADA. Opposizione sull’Aventino. Va avanti dal 30 luglio la protesta dei quattro consiglieri che disertano le adunanze dell’assemblea mamoiadina. Il gruppo consiliare di minoranza sceglie un gesto forte e clamoroso per esprimere le proprie riserve sull’operato dell’amministrazione in carica, guidata dal sindaco Graziano Deiana. E lo fa, viene sottolineato, “in nome della decenza”.

«Ricordiamo che la nostra formazione politica – dichiarano gli esponenti della minoranza consiliare – da più di dieci anni si trova a non condividere alcune modalità gestionali di ciò che dovrebbe essere di interesse collettivo e generale. Per questo – aggiungono i rappresentanti di “Dialogare per costruire” – abbiamo pensato che l’unico modo di incidere nelle scelte, che riguardano la vita del nostro paese, sarebbe stato quello di assumere un ruolo attivo e responsabile nell’istituzione locale per antonomasia: il consiglio.

Ciò che Luciano Barone, Pietro Puggioni, Giovanni Deiana e Giuseppe Meloni lamentano è l'assenza di dialettica all'interno dei vari organi istituzionali. Di conseguenza, i quattro consiglieri puntano il dito contro quella che ritengono la scelta mirata di destituire l'adunanza cittadina di una ben che minima e dignitosa autorevolezza. «Troppo spesso – affermano – la volontà di imporre la propria ragione ha prevalso sulla verità. E ragione richiama odio, prevaricazione, arroganza, menzogna, incapacità d'ascolto, paura. Da ciò deriverebbero una serie di riscontri oggettivi, che dimostrerebbero come troppe volte si sia ricorso al metodo della sopraffazione, per il solo fine di vedersi riconosciuta la propria posizione».

«Prova ne é – secondo "Dialogare per costruire" – l’utilizzo sistematico di stratagemmi volti a screditare l’avversario, testimone dell’insofferenza del gruppo di centrosinistra, di fronte all’azione incessante di supervisione e controllo, oltreché di proposta, della minoranza. Si assiste, d’altra parte – dichiara, ancora, l'opposizione – a una reiterata volontà (o incapacità?) di dare risposte o addirittura di omettere direttamente i quesiti e le proposte (si veda l'applicazione della censura nei verbali del consiglio o la totale discrezionalità nell’accogliere e portare in discussione mozioni e interrogazioni)».

Tutte ragioni, poste alla base, dunque, dell’assenza dai banchi del consiglio da parte della opposizione. «Almeno sino a quando non ci saranno forti segnali di inversione di marcia – chiariscono e concludono – e ciò non vuol dire che il percorso politico del gruppo si stia interrompendo».

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