La Nuova Sardegna

Nuoro

Traffico di armi, condanne dimezzate

di Valeria Gianoglio
Traffico di armi, condanne dimezzate

Tre imputati assolti su sei. Il pm chiede 46 anni, il tribunale ne dà 10. Prosciolto dai capi più pesanti Andrea Dessena

04 ottobre 2014
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NUORO. Metà degli imputati assolti, condanne che scendono dai 46 anni complessivi richiesti dalla Procura ad “appena” 10 anni totali, e il big dell’inchiesta, Andrea Dessena – in carcere per il duplice omicidio dei fidanzati di Irgoli Sara Cherchi e Mario Mulas – che esce pulito, “per non aver commesso il fatto”, dai capi di imputazione più pesanti: la detenzione e vendita delle armi più pericolose come il fucile mitragliatore Ak-47 e il mitra sovietico Tokarev. Su tredici capi di imputazione che gli erano stati contestati, Dessena viene assolto da sette e condannato per i restanti sei capi a 4 anni e sei mesi, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pm per lui aveva chiesto una condanna a 14 anni.

Ne esce con le ossa rotte, insomma, l’inchiesta sul traffico di armi in Baronia nata qualche anno fa e figlia, come diverse altri, delle intercettazioni disposte in seguito al duplice omicidio dei fidanzati di Irgoli, Sara Cherchi e Mario Mulas, uccisi nel settembre del 2008. Da quelle intercettazioni, tra le altre, era nata dunque anche l’indagine per un traffico di armi in Baronia che poi ieri mattina è approdata a giudizio davanti al tribunale collegiale presieduto da Antonio Luigi Demuro, a latere i giudici Claudio Cozzella e Antonio Bernardino.

Il traffico di armi, secondo l’accusa, era stato accertato proprio dall’ascolto a distanza di decine di telefonate di baroniesi intercettati nell’ambito del procedimento per il duplice omicidio. Sul registro degli indagati, a vario titolo per detenzione, porto o ricettazione di armi, oltre ad Andrea Dessena, erano finiti anche Manuel Casula, Mauro Piras, Nico Lai, Daniele Congiu, Franco Alessandro Ruju. Nei loro confronti, nelle scorse udienze, il pm aveva formulato richieste di condanne per 46 anni complessivi. Ma i giudici del collegio sono stati di diverso parere e alla fine hanno assolto tre imputati su sei: Nico Lai, difeso da Giovanna Serra, Daniele Congiu, difeso da Gonario Floris, e Manuel Casula, difeso da Michele Mannironi. E condannato gli altri tre, ovvero Andrea Dessena, Franco Alessandro Ruju e Mauro Piras, ma solo per capi di imputazioni più leggeri rispetto a quelli che erano stati loro contestati. Andrea Dessena, infatti, difeso da Giuseppe Floris, è stato assolto dall’accusa di aver detenuto, utilizzato, ricettato o venduto le armi considerate più pericolose.

I giudici lo hanno assolto “per non aver commesso il fatto”, ad esempio, anche dall’accusa di aver venduto un Kalashnikov, e lo hanno assolto anche dall’accusa di aver venduto un mitragliatore sovietivo Tokarev a Ruju. “Assolto per non aver commesso il fatto” anche dall’accusa di aver detenuto, portato in luogo pubblico e ricettato un’arma clandestina: un fucile Benelli. Mentre è stato condannato per aver ricettato il fucile, un moschetto, che era stato trovato nel bidone del latte della sua motocarrozzella quando era stato arrestato dai carabinieri. Ma in questo caso la condanna era sostanzialmente scontata visto che in un altro procedimento, per lo stesso fucile, era già stato condannato per il porto e la detenzione. E la condanna per Dessena è arrivata anche per aver detenuto un fucile, portato in luogo pubblico, e utilizzato per esplodere alcuni colpi verso l’auto del supertestimone del processo del duplice omicidio di Irgoli, Denis Derosas.

Stessa sorte, sul fronte condanne e assoluzioni, hanno subìto ieri mattina i suoi due conoscenti e come lui indagati in questa inchiesta: Franco Alessandro Ruju, difeso da Mario Lai, e Mauro Piras, difeso da Basilio Brodu e Martino Salis. Anche per loro, sono arrivate condanne per i capi di imputazione più leggeri. Per Ruju il pm aveva chiesto una condanna a 6 anni, e ieri è stato condannato a 3 anni e 600 euro di multa. Per Piras il pm aveva chiesto 8 anni e sei mesi, e ieri è stato condannato a 3 anni e mille euro di multa.

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