La Nuova Sardegna

Nuoro

Culurgiones Igp, la guerra del marchio arriva al ministero

di Valeria Gianoglio
Culurgiones Igp, la guerra del marchio arriva al ministero

Al vertice romano i nuoresi rifiutano la proposta ogliastrina. «Vogliono tenere l’esclusiva e persino la chiusura “a spiga”»

21 settembre 2014
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NUORO. Proprio come il celebre film di Adrian Lyne, quella ricevuta nei giorni scorsi al ministero dell’Agricoltura, la definiscono una “proposta indecente”. Anzi, il presidente dell’Apan Sardegna, Enrico Devoto, la definisce «un vero sopruso». L’ormai ribattezzata “guerra dei culurgiones”, che da mesi vede scontrarsi il Nuorese e l’Ogliastra attorno all’assegnazione in esclusiva del marchio Igp e dell’annessa possibilità di utilizzare il termine “culurgiones”, rischia adesso di finire dritta al Tar. Perché sia Devoto sia il direttore dell’Apan, Gianfranco Seddone, lo dicono senza mezzi termini, che loro, per difendere le imprese di tutta l’isola che rischiano di vedersi scippato un prodotto che fanno da decenni, sono pronti anche a presentare ricorso al Tar.

L’antefatto, ciò che ha riacceso la polemica e fatto soffiare nuovi venti di guerra tra i produttori dei culurgiones, risale ad alcuni giorni fa. È il 10 settembre, infatti, quando il ministero convoca l’Apan e le imprese del Nuorese che ricorrono contro l’assegnazione del marchio Igp ai soli culurgiones ogliastrini. Un incontro dovuto, visto che le imprese, attraverso l’associazione, avevano presentato una opposizione formale all’assegnazione del marchio Igp ai cugini ogliastrini.

All’incontro romano c’è dunque l’Apan, con il presidente Enrico Devoto, il direttore Gianfranco Seddone, il sindaco di Teti, Laila Dearca, l’assessore Walter Pitzalis. L’Apan rappresentava anche le istanze della Denti e company di Nuoro-Ottana, la più grossa azienda nuorese del settore, del pastificio Sale di Dorgali, della Dulcinea e del Leccio di Nuoro, del pastificio Antichi sapori del Mandrolisai di Alberto Porcu, e del ristorante L’Oasi di Teti.

Tre funzionari del ministero, alla delegazione del Nuorese, a quel punto mostrano subito le carte in tavola. Il consorzio ogliastrino che ha chiesto il marchio Igp, dice il ministero ai nuoresi, ha fatto una controproposta: gli ogliastrini usano il marchio Igp e il nome “culurgiones d’Ogliastra”, e voi nuoresi potete utilizzare il nome “culurgiones”, senza però avere il marchio Igp, né utilizzare la classica chiusura a spiga. La delegazione barbaricina, a quel punto, risponde che messa così, più che una controproposta sembra una trappola, o «un vero sopruso», per usare le parole di Enrico Devoto. E per giunta, a quella controproposta mancherebbero pure le dovute garanzie, visto che lo stesso ministero spiega che non si potrebbe mettere per iscritto. Il fatto che anche i nuoresi possano utilizzare il nome “culurgiones”, insomma, non verrebbe messo nero su bianco nel disciplinare, lasciando così il campo aperto a future sanzioni.

«Voi capite bene che a queste condizioni non possiamo accettare», dicono a quel punto Devoto, Seddone, e il resto della delegazione nuorese. «Comunque dateci due giorni e poi vi diamo la risposta ufficiale».

Quella risposta è arrivata in queste ore: l’hanno mandata, anche attraverso l’Apan che sin dall’inizio ha difeso con forza le istanze delle imprese, gli stessi produttori. «Non possiamo che continuare a confermare il nostro dissenso all’approvazione del disciplinare – scrive, il sindaco di Teti, Laila Dearca – non corrisponde al vero, del resto, che i culurgiones, e la chiusura a spighetta, vengano realizzati esclusivamente in Ogliastra». «E pensare – dice Alberto Porcu, del pastificio Antichi sapori – che ho ancora le fatture che attestano che noi abbiamo venduto culurgiones agli ogliastrini».

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