La Nuova Sardegna

Nuoro

Indennità pagata dopo otto anni di guerra giudiziaria

di Luciano Piras
Indennità pagata dopo otto anni di guerra giudiziaria

Transazione per 26 ex lavoratori della Nuoro Servizi Avevano accettato di andare in mobilità nel 2006

18 settembre 2014
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NUORO. Stavolta sono gli operai ultracinquantenni ad aver vinto la battaglia. Una battaglia giudiziaria che andava avanti da anni. Caso chiuso con una transazione che mette fine a un lungo quanto estenuante tira e molla. Era dal 2006 che ventisei ex dipendenti della Nuoro Servizi rivendicavano a gran voce il pagamento degli incentivi all’esodo. Nel tempo hanno visto soltanto qualche piccola anticipazione pari al 30, 40% del totale. E a ognuno di loro spettava dai 15mila ai 30mila euro, a seconda dell’anzianità di servizio e dei ruoli ricoperti. Ora, dopo il deposito e la notifica di un decreto ingiuntivo in tribunale, l’azienda ha proposto una transazione. Loro perciò, gli operai, sono riusciti a incassare poco meno dell’85 per cento, compreso il risarcimento a parziale ristoro delle spese legali.

È il caso di ventisei lavoratori che lavoratori non erano più, visto che il lavoro l’avevano perso; erano in mobilità, piuttosto, giusto il tanto per accompagnarli verso una misera pensione. Questo prevedeva l’Accordo di programma siglato a Roma nel 2006 dal ministero dello Sviluppo economico, dalla Regione, dalla Provincia, dall’Asi (l’attuale Consorzio industriale provinciale) e dall’agenzia Sviluppo Italia. Nuoro Servizi srl, società privata che gestiva i servizi logistici dello stabilimento ex Enichem di Ottana, era stata messa in liquidazione: quarantadue dipendenti, quelli più giovani e con meno contributi, vennero assorbiti dal Consorzio industriale; gli altri ventisei, tutti sopra i 50 anni, accettarono il passaggio alla mobilità, con un assegno mensile da 600-700 euro e la promessa di un incentivo mai arrivato. Traditi dai verbali di Stato, gli ex dipendenti della Nuoro Servizi hanno comunque tirato a campare per altri quattro anni. Poi, ormai sfiniti, si sono rivolti a un avvocato, nel 2010.

«A favore di questi lavoratori da collocare in mobilità, infatti, veniva previsto allora il riconoscimento delle spettanze di legge e di un incentivo all’esodo» spiega Adriana Satta, il legale che ha preso in mano la causa di questi disperati, padri di famiglia spesso, magari ancora impelagati con il mutuo per la casa, a due passi dalla pensione ma ormai senza prospettiva alcuna. Un caso, il loro, che nel novembre 2011 era finito anche all’attenzione del Parlamento (qualche giorno dopo la caduta del IV Governo Berlusconi, poco prima che si insediasse il Governo Monti), quando il deputato nuorese Bruno Murgia (Popolo della Libertà) presentò una interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.

«I lavoratori della Nuoro Servizi – sottolineava il parlamentare – accettarono di essere collocati in mobilità dal primo gennaio 2007 dietro la promessa che sarebbero stati compensati con un incentivo adeguato appena il ministero avesse provveduto a erogare i dieci milioni di euro previsti dall’Accordo di programma per la riqualificazione dei servizi dell’area industriale di Ottana, Bolotana e Noragugume, firmato il 26 luglio del 2006 e riconfermato l’anno successivo. Quell’accordo, però, è rimasto lettera morta. Le risorse – insisteva Murgia – avrebbero dovuto garantire il rilancio dell’appetibilità dell’area con la diminuzione dei costi anche attraverso il taglio degli organici in seguito al passaggio della gestione all’ente consortile». I 26 ex lavoratori ultracinquantenni rimasero comunque a bocca asciutta. Soltanto adesso, dopo quattro anni di battaglie a suon di carte bollate, a otto anni esatti dalla firma dell’Accordo di programma, sono riusciti a ottenere quanto loro spettava. Con tanto di interessi, dai due ai cinquemila euro a favore di ciascun lavoratore. O meglio: ex lavoratore.

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