La Nuova Sardegna

Nuoro

Orgolese trova e restituisce un portafoglio con 1.300 euro

di Luciano Piras
Orgolese trova e restituisce un portafoglio con 1.300 euro

Nuoro, il pescivendolo Artemio da Cabras non credeva ai propri occhi: «Lo ringrazio di cuore»

06 settembre 2014
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NUORO. «Ma cosa ti mancat?» gli ha chiesto all’improvviso con accento chiaramente barbaricino dell’entroterra. Che razza di domanda è questa. Ti manca qualcosa? «Ite bolet custe?» ha pensato Artemio da Cabras cercando di fermare subito il sangue che già ribolliva fianco a fianco alla figlia bionda, nel banchetto di viale Repubblica, sotto il Sanatorio, fronte Quadrivio. «Ma cosa ti mancat?» ha ripetuto il tizio che gli si è parato davanti: lo stava prendendo per i fondelli, evidente. «Ma che c.... vuole questo qui!».

Il tizio ha colto al balzo, d’altro canto. E con un sorriso appena abbozzato, tra i profumi del pesce arrosto, ha così insistito: «A’bista in cue». Guarda qui. E ha mostrato al pescivendolo ambulante un portafoglio similpelle usato. Il suo portafoglio. «Ma quello... » ha tentennato Artemio. «Sì, sì, è tuo. Tieni. L’ho trovato laggiù, ti deve essere caduto». Il commerciante di anguille e muggine in cartoccio non credeva ai suoi orecchi né tanto meno ai suoi occhi. «A’bista si v’est totu in cue» gli ha quasi ordinato l’altro. E sì che c’era tutto. Tutto. La carta d’identità c’era, la tessera sanitari c’era, sì, ma soprattutto c’erano ancora intonsi 1.300 in contanti. «Sì, sì, c’è tutto» ha tentennato Artemio. A quel punto è sbiancato. Avrebbe voluto sprofondare.

«Quel tizio non mi stava prendendo in giro, anzi... mi ha restituito il portafoglio che avevo perso» racconta ora che l’emozione del momento è passata, dopo la solita mezza giornata di lavoro a Nuoro, a sudare nel via vai quotidiano da e verso Cabras, con un braciere sempre pronto all’uso per tenere in piedi l’economia domestica. «Il bello è che il tizio non ha voluto alcuna ricompensa» va avanti. Neanche un muggine arrosto? «Neanche un muggine arrosto». Soltanto una stretta di mano tra i due, una stretta che vale oro. Un grazie di cuore e un sorriso, due sorrisi. Finalmente senza alcuna cadenza, né di zone interne né di mare o di stagni costieri. «Dimmi almeno chi sei» gli ha chiesto Artemio da Cabras parigliante e corridore scalzo. Il mitico pescivendolo ambulante che con la figlia bionda ha conquistato i nuoresi. «Sono Tal dei Tali» gli ha risposto quell’altro.

Tal dei Tali è un orgolese di mezza età, un autista dell’Arst che come Artemio fa l’ambulante in mezza Sardegna: ambulante con un carico di uomini e donne a bordo, ogni giorno. Un onesto lavoratore che si suda il pane che mangia e perciò sa bene quanto vale ogni euro lavorato per vivere e far vivere i propri cari. Uno che non ha neanche tentennato davanti a un portafoglio con 1.300 euro: soldi da restituire al legittimo proprietario. E chi se ne frega se la legge italiana gli riconosce un decimo o un ventesimo del valore quale premio per il ritrovamento... una stretta di mano fra padri di famiglia vale molto di più. Non c’è dubbio.

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