La Nuova Sardegna

Nuoro

In marcia sui sentieri della fede

di Valeria Gianoglio
In marcia sui sentieri della fede

L’altro “Redentore”: il pellegrinaggio a piedi, le rose a Luisa Jerace, le tavolate sotto i lecci

30 agosto 2014
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NUORO. Una marea di fedeli in marcia dall’alba per raggiungere la statua del Redentore, altrettanti in processione la notte prima. Decine di curiosi che visitano le antiche “cumbessias” recuperate con cura dal comitato Monte Ortobene-Ultima spiaggia, dai gruppi folk e dai volontari. E un piccolo esercito di nuoresi che allestiscono tavolate e cucine da campo per celebrare a loro modo la giornata del 29 agosto.

Il vero volto della festa del Redentore va in onda lontano dalle celebrazioni solenni e dai discorsi di rito, ed è fatto da momenti più intimi, autentici e sentiti dai nuoresi. Piccoli flash di una giornata ricchissima di fede, affetto sincero, sane mangiate e gesti delicati.

A cominciare dal mazzo di rose che il Comune, e alcuni nuoresi, come ogni anno hanno voluto posare sulla targa che ricorda Luisa Pompeati Jerace, la donna adorata dello scultore Vincenzo Jerace, morta proprio mentre il suo amato ultimava la statua del Redentore che poi sarebbe approdata a Nuoro. Ma oltre al ricordo più tenero di un amore finito e infinito allo stesso tempo, la giornata di ieri si è arricchita di tanti altri flash che messi insieme compongono l’altro volto della festa del Redentore. Basti pensare ai volti dei tantissimi fedeli che ieri mattina, alle 6.30, si sono messi in marcia dalla Cattedrale per raggiungere la cima dell’Ortobene. E circondati dalla natura hanno assistito alla messa delle 8.30, nell’altare ai piedi della statua del Redentore, celebrata da frà Luca di Mores.

E sempre in tantissimi, ieri, per tutto il giorno, hanno voluto visitare la chiesetta del Monte e le dodici cumbessias riaperte al pubblico dopo l’operazione di recupero e pulizia fatta dal comitato Monte Ortobene con i gruppi folk Santu Predu, coro di Nuoro, Su Nugoresu, Ortobene e Amici del folklore. (v.g.)

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