La Nuova Sardegna

Nuoro

monsignor pietro meloni

Quella statua in cima all’Ortobene simbolo della fede

di PIETRO MELONI
Quella statua in cima all’Ortobene simbolo della fede

di PIETRO MELONI «In su Monte Ortobene b'’ata unu gigante: fache vista a Nukoro!». Risuona anche quest’anno il canto di esultanza al Cristo Redentore, che da 113 anni, innalzato nella gigantesca...

29 agosto 2014
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di PIETRO MELONI

«In su Monte Ortobene b'’ata unu gigante: fache vista a Nukoro!».

Risuona anche quest’anno il canto di esultanza al Cristo Redentore, che da 113 anni, innalzato nella gigantesca statua, guarda alla città di Nuoro e alla Sardegna dall'alto del Monte Ortobene. Il 29 agosto 1901 uomini e donne di fede, con sei carri a buoi, trasportarono fin lassù il simulacro bronzeo del Cristo, capolavoro dello scultore calabrese Vincenzo Jerace, per affidare ai secoli la memoria dell’Anno santo 1900, affinché la luce del Vangelo risplendesse in Sardegna sul “secolo nuovo”: il “secolo ventesimo”, il “secolo della speranza”.

La felice ispirazione del Papa Leone XIII di far giungere alle comunità lontane da Roma la grazia del “Grande Giubileo”, celebrato nella Città eterna, fu raccolta dai Sardi attraverso il cuore sapiente del vescovo di Nuoro, monsignor Salvator Angelo Maria Demartis, sassarese, al quale tutti i vescovi e i fedeli della Sardegna affidarono la scelta della “montagna” che doveva divenire simbolo dell’altissima fede del nostro popolo. E da quel tempo, il 29 agosto è divenuto il giorno della festa di fede e di preghiera, di allegria e di giovialità.

I gruppi folkloristici e corali corsero subito a ravvivare la festa, ispirati alla bellezza e all’esultanza, che hanno la loro sorgente nel sorriso del Cristo Redentore. Per circa mezzo secolo camminarono insieme i partecipanti alla festa religiosa e alla festa civile, finché si pensò di dedicare la domenica alle mirabili esibizioni dei variopinti costumi sardi, dei canti e delle danze nella città, mentre il 29 agosto rimaneva consacrato alla celebrazione religiosa sul Monte.

La Sagra del Redentore è affascinante e deliziosa. Le popolazioni della Barbagia, della Baronia e di tutta la Sardegna vi partecipano, nel tradizionale spirito di accoglienza, mentre le donne e gli uomini con i loro sgargianti costumi multicolori rallegrano gli ospiti con le danze e i canti corali. Il Redentore vive nel cuore dei credenti, Anche il corteo del folklore gli rende omaggio, partendo dalla Cattedrale dedicata a Santa Maria, che è la Madre del Redentore, e domandando, al termine della sfilata nella piazza della Cattedrale, la benedizione divina per la vita spirituale e materiale delle persone e delle famiglie. E risuona sul Monte e sulla comunità, librandosi come un inno di preghiera, l'augurio dell'antico vate Montanaru: “dae sos montes subra ogni mare s'ispargat de Sardigna s'aurora!”.

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