La Nuova Sardegna

Nuoro

Acqua potabile, nuova ordinanza

di Sergio Secci
Acqua potabile, nuova ordinanza

Il sindaco di Posada ne ha nuovamente vietato l’utilizzo nella borgata turistica di San Giovanni

27 agosto 2014
2 MINUTI DI LETTURA





POSADA. Nemmeno il tempo di ritirare l’ordinanza che per tutto lo scorso fine settimana impediva ai residenti della borgata turistica di San Giovanni di utilizzare l’acqua dei rubinetti che il sindaco di Posada Roberto Tola ha dovuto firmare un nuovo provvedimento restrittivo. Questa volta a far andare fuori norma i valori del potabilizzatore di Conca e mortu è un eccessiva presenza di trialometani, dovuta ai disinfettanti che i tecnici del gestore idrico utilizzano per abbattere la carica batterica del liquido prelevato dall’invaso che sbarra il fiume Posada. I nuovi prelievi effettuati dalla Asl ieri mattina hanno infatti evidenziato la presenza di composti chimici che si formano quando nei processi di potabilizzazione si usa l’ipoclorito di sodio. Da chiarire subito che l’alterazione del liquido erogato in condotta non è grave come quello che ha scatenato le proteste di albergatori e residenti della borgata: l’acqua infatti non è idonea per usi potabili (ci si può cuocere la pasta ma non si può preparare il brodo o il minestrone), ma almeno è idonea per l’igiene della persona e per i restanti usi alimentari. «Premetto che la situazione della qualità dell'acqua è nettamente migliorata rispetto alla settimana scorsa– dice il sindaco del paese Roberto Tola – ma non va comunque nascosto che non si può pensare di continuare in queste condizioni». Il primo cittadino con il succedersi di queste ordinanze resta disorientato e giustamente arrabbiato. «È urgente che si metta mano ai lavori del potabilizzatore visto che c'è un finanziamento di 150 mila euro per l'adeguamento degli impianti, che aspetta ancora di essere utilizzato. I residenti e gli ospiti che in questo periodo affollano il nostro territorio non possono subire ancora». Per Abbanoa le cause dei continui disservizi sono da imputare alla cattiva qualità dell’acqua. «Non abbiamo alcuna responsabilità per questa situazione – dice il portavoce del gestore idrico “Giovanni Manca Nissa – Abbanoa si è trovata a gestire un impianto di potabilizzazione vecchio e inadeguato che, tra l’altro, riceve le acque dall’invaso di Maccheronis che in questo periodo sono di scarsissima qualità». Le limitazioni della nuova ordinanza sono riferibili solo all’acqua della rete idrica di san Giovanni. È a norma invece tutta la parte del paese servita direttamente dalla sorgente di Frunche Oche. Secondo quanto riferiscono i tecnici del depuratore quello che accade in questi giorni a San Giovanni e in alcune località di Siniscola è solo il male minore: solo utilizzando una massiccia dose di disinfettanti si riesce infatti a immettere in rete acqua che, se è vero che non è idonea per scopi potabili, può essere utilizzata almeno per lavarsi.

In Primo Piano
Il rapporto Bes

Classifica del benessere economico-sociale: la Sardegna resta indietro

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative