La Nuova Sardegna

Nuoro

Debito pesante, Macomer non può alleggerire le tasse

di Tito Giuseppe Tola
Debito pesante, Macomer non può alleggerire le tasse

Il Comune deve pagare una rata annuale di oltre 1 milione L’assessore Congiu: non ci sono soldi per ridurre la fiscalità

21 agosto 2014
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MACOMER. Il macigno del debito che impone di pagare una rata annuale di 1,1 milioni di euro impedisce al comune di Macomer di avere avanzi di amministrazione importanti da utilizzare per alleggerire il peso fiscale. Questa, in sintesi, la ragione con la quale l’assessore alle finanze, Gianfranco Congiu, spiega perché l’amministrazione di Macomer, a differenza di altri comuni tra i quali quello di Birori, non ha potuto cancellare la Tasi o ridurre l’Imu e l’addizionale Irpef. L’esercizio 2013 ha chiuso con un avanzo di 28mila euro, una somma insignificante all’interno di un bilancio che registra ben altre cifre, e che non basta neanche a coprire il costo di un dipendente.

«È del tutto insufficiente per un discorso di fiscalità di vantaggio – dice l’assessore Congiu –, comuni vicini, come ad esempio Birori, hanno evitato l’applicazione della Tasi perché avevano i soldi per farlo. L’avremmo fatto anche noi, ma non avevamo i soldi. Il secondo semestre del 2013 è stato segnato da una politica del rigore. Abbiamo chiuso con un avanzo, che però non è tale da coprire l’abbattimento fiscale. Se in futuro avremo avanzi importati lo faremo. A Macomer stiamo gestendo una situazione che è arrivata a un culmine di indebitamento e di mancanza di risorse».

A pesare sui conti del comune sono soprattutto i mutui. L’assessore alle finanze spiega che il peso dell’indebitamento degli ultimi 30 anni è notevole e che le entrate del fondo unico praticamente non ci sono più. «Stiamo pagando mutui che affondano le radici nel 1961 – racconta –, in quell’anno fu contratto un mutuo da cinque milioni di lire per pagare l’ammodernamento dell’Istituto professionale. Lo stiamo ancora pagando. Oggi paghiamo l’indebitamento dell’ente prodotto dalle amministrazioni che ci hanno preceduto. Con questo non dico che hanno fatto male a contrarre mutui. In tempi di vacche grasse era possibile. Adesso, in tempi di vacche magre, dobbiamo pagarli e le conseguenze del debito le paghiamo tutti».

Congiu spiega che il peso dei mutui contratti negli ultimi 30 anni è importante. Senza gli interessi ammonta a 15,5 milioni di euro che si andrà avanti a pagare con rate fino al 2038 e ammortamento a scalare. «Prima del 1990 – prosegue – gli amministratori finanziavano interventi sulle grandi infrastrutture. Trentuno sono per le scuole e 22 sono stati contratti prima del 1992. Dopo questa data si è investito nella viabilità, in parchi e giardini, piazze e altre infrastrutture come i parcheggi. L’indebitamento è servito per dare infrastrutture alla città. Non si è però calibrato il debito sulle entrate. In tempi di vacche grasse non pesava. In tempi di vacche magre rimane la rata da pagare. Il comune oggi ha prevalentemente entrate tributarie che servono per alleggerire un peso debitorio spalmato in 50 anni».

Il comune di Macomer uscirà da questa situazione e come? «Se n’esce – risponde Congiu – garantendo i pagamenti fino al 2038. Si farà abbassando la spesa corrente, quella voluttuaria e inutile. Non trascureremo gli investimenti, ma con attenzione, spostando risorse dalla spesa corrente».

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