La Nuova Sardegna

Nuoro

Marijuana, un arresto a Barisardo

Marijuana, un arresto a Barisardo

Pierluigi Podda sarebbe uno dei gestori del campo scoperto dalla polizia nel 2013 tra Loceri e Ilbono

17 agosto 2014
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BARISARDO. Il blitz è scattato nelle prime ore del mattino. Un posto di blocco alla periferia del paese, l’alt a un’auto. Pierluigi Podda, 36 anni, un operaio pregiudicato di Lanusei ma residente Barisardo, si è fermato senza alcun timore. Mai avrebbe potuto immaginare che gli agenti del commissariato di Tortolì avevano organizzato il posto di blocco solo per lui, per notificargli un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Lanusei, Nicola Clivio, su richiesta el sostituto procuratore della Repubblica, Nicola Giua Marassi. Podda è stato arrestato perchè ritenuto uno dei componenti della banda che nelle campagne di “Murta Ludu”, tra Loceri e Ilbono, aveva realizzato un’immensa piantagione di marijuana gestita in stile narcos. Con vedette armate in diversi punti di osservazione. Una piantagione formata da oltre 1100 piante, alte tra 63 centimentri e 3 metri e 70, che avrebbero fruttato qualcosa come 163mila dosi per un valore superiore al milione di euro sul mercato della droga.

Pierluigi Podda è il primo presunto componente della banda a finire in carcere dopo un anno di indagini complicatissime. Pesanti le accuse nei suoi confronti contenute nell’ordinanza di custodia cautelare: coltivazione di sostanze stupefacenti in concorso con altre persone non ancora identificate. Detenzione e porto illegale, in concorso, di un’arma clandestina: un fucile Tula Arms plant. mod. Toz-87, calibro 12 con la matricola abrasa. E ricettazione del fucile mitragliatore ritrovato nell’accampamento che, dagli accertamenti balistici eseguiti dal Gabinetto regionale di polizia scientifica, è stato possibile accertare che si tratta di un fucile di fabbricazione russa rubato nell'Oristanese nel 2006. E sulla sua provenienza sono in corso ulteriori accertamenti, anche per verificare se l'arma sia stata usata per compiere qualche delitto. E in Ogliastra, negli ultimi anni, sono stati numerosi gli omicidi legati alle piantagioni di droga.

A far scattare le manette ai polsi di Pierluigi Podda, oltre alla gravità dei reati, è stato il fatto che dalle indagini è emerso che il pregiudicato «è inserito in contesto criminale di elevata professionalità e allarmate pericolosità, se si considera l'entità dell'investimento in uomini e mezzi per la coltivazione delle piante e la loro stretta sorveglianza con postazioni di vedetta e uomini armati.

Gli agenti del commissariato di Lanusei, coordinati dal dirigente Leonardo Cappetta, hanno lavorato duramente per oltre un anno, per cercare di riscostruire la complicatissima vicenda. Gli investigatori erano sulle tracce della banda da lungo tempo e avevano scoperto il campo gestito in stile narcos in una radura impervia tra Loceri e Ilbono. Durante gli appostamenti, nella zona era divampato un violentissimo incendio che aveva costretto i gestori della piantagione ad abbandonare tutto e darsi alla fuga. Quando gli agenti erano arrivati a Murta Ludu, insieme agli investigatori del nucleo di vigilanza ambientale del Corpo forestale di Lanusei con i quali hanno collaborato a stretto contatto in questi mesi, avevano scoperto il campo attrezzato proprio come quello dei narcotrafficanti dell’America Latina con il necessario per lunghi periodi di vita senza spostamenti.

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