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La Conferenza delle religioni: «Basta con le atrocità»

di Angelo Fontanesi
La Conferenza delle religioni: «Basta con le atrocità»

Nessun uomo religioso di qualsiasi professione può rimanere immobile e inerme davanti alle ultime sanguinose tragedie che nel nome di improbabili guerre di fede stanno insanguinando un po tutto il...

17 agosto 2014
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Nessun uomo religioso di qualsiasi professione può rimanere immobile e inerme davanti alle ultime sanguinose tragedie che nel nome di improbabili guerre di fede stanno insanguinando un po tutto il medio oriente e l’Africa. In particolare, sul dramma dei cristiani e degli Yazidi che in Iraq stanno rischiando il genocidio, prende una netta posizione la Conferenza permanente continentale per l’area Mediterranea, nell’ambito dell’Onu delle Religioni, nata l’autunno scorso sulla scia dell’incontro mondiale delle religioni svoltosi a Galtellì al quale avevano partecipato alti rappresentanti delle maggiori confessioni mondiali: dai cattolici agli ortodossi, passando per protestanti, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, taoisti e Bahai. Un’istituzione alla quale hanno aderito 29 Paesi del Mediterraneo e Medio-Oriente e che avrà un centro di coordinamento in Sardegna. La Conferenza, unitamente al Comitato Los milagros del Cristo di Galtellì ed il Comune, (che avevano organizzato l'incontro mondiale delle religioni) richiamano ora il documento unanime sottoscritto dai partecipanti. «Il nostro auspicio è l'immediata fine delle atrocità che si stanno verificando in Iraq verso i cristiani e gli Yazidi – è la speranza di Angelino Rojch de Los MiIagros del Cristo di Galtellì –. Così come è indispensabile la fine delle persecuzioni religiose contro qualsiasi minoranza etnica e confessionale che restano infinite e senza confini. La Conferenza continentale, nel denunciare anche la tragedia dei migranti costretti a lasciare la Libia a rischio di naufragio, e nel farsi portavoce dei valori di pace, giustizia, di rispetto della vita umana per una comunione fraterna dello stesso Dio, rivolge per tanto un appello affinché i rappresentanti delle religioni si adoperino nella loro comunità a tutti i livelli, presso le istituzioni parlamentari, con iniziative comuni in Iraq, nell’area curda, per riaffermare il valore della vita umana, bloccare le violenze ed evitare che la soluzione militare, in assenza di una pacificazione, inneschi altre gravi violenze». La Conferenza rivolge anche un invito ai parlamentari sardi e al Consiglio regionale perché, considerata la posizione geografica dell’isola, crocevia tra Europa e Mediterraneo, si attivino presso la presidenza della Camera e del Senato, al fine di assumere una forte iniziativa umanitaria per costringere Usa, Russia, Europa e Cina a presentare un piano per arrestare il genocidio.

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