La Nuova Sardegna

Nuoro

arte nel marghine

Undici opere in basalto all’ingresso dei paesi

di Tito Giuseppe Tola
Undici opere in basalto all’ingresso dei paesi

MACOMER. Undici opere d’arte da realizzarsi rigorosamente con blocchi di basalto alti almeno tre metri e massimo quattro, abbelliranno e identificheranno gli undici Comuni del Marghine inseriti nel...

15 agosto 2014
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MACOMER. Undici opere d’arte da realizzarsi rigorosamente con blocchi di basalto alti almeno tre metri e massimo quattro, abbelliranno e identificheranno gli undici Comuni del Marghine inseriti nel progetto di valorizzazione ai fini turistici dei centri minori. I Comuni coinvolti nell’iniziativa sono undici: Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, Lei, Macomer, Noragugume, Ottana, Silanus e Sindia. All’ingresso di ciascun paese verrà collocato un monolite in pietra scolpito da un artista che realizzerà un simbolo della comunità che la identifichi. Il concorso per scegliere gli artisti ai quali affidare la realizzazione delle opere è stato bandito la scorsa primavera. Lo ha bandito il Comune di Birori, centro capofila del progetto di valorizzazione dei centri minori, e il termine per presentare proposte ed elaborati è scaduto il 31 luglio. Si dovrà ora nominare una giuria incaricata di valutare le idee che gli artisti hanno messo su carta e presentato al concorso. Per realizzare in blocco le 11 sculture in pietra (compreso l’acquisto dei materiali e la messa in opera) è previsto un compenso di 202.070 euro. Alcuni Comuni hano indicato un’idea alla quale lo scultore dovrà attenersi. La gran parte (Birori, Bolotana,Borore, Bortigali e Macomer) si sono affidati alla fantasia e al gusto degli artisti. Gli altri Comuni si identificano invece nei valori della tradizione o nelle risorse locali. Il Comune di Lei, ad esempio, si identifica nel pane artistico rituale di San Marco, Noragugume con “Sa pedra de taleri” (è un menhir) e nella chiesa Madonna d’Itria, Ottana con le maschere tipiche, Silanus con la poesia sarda estemporanea, Sindia con la cultura agropastorale e l’eredità cistercense e Dualchi con i fichi d’india che da sempre sono una risorsa del paese.

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