La Nuova Sardegna

Nuoro

La Città in Comune apre le schermaglie elettorali

La Città in Comune apre le schermaglie elettorali

Attacco frontale del movimento politico all’attuale amministrazione «Assenza di cultura e di proposte, la disfatta totale è sotto gli occhi di tutti»

29 luglio 2014
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NUORO. «Fra pochi mesi Nuoro e i nuoresi saranno catapultati in quel delirio che si chiama “campagna elettorale”, quel “momento” che dura sempre da fine anno a primavera per rinnovare le amministrazioni locali e che coinvolgerà tutti, ma proprio tutti, perché anche coloro che decideranno di disertare le urne hanno un peso determinante, spesso sottovalutato, sul destino di questa città che sopravvive, come una nave alla deriva, lasciata in balia di personaggi, ancora gli stessi o copia dei precedenti, che hanno a cuore solo la soluzione dei propri interessi e di quelli della cerchia di amici di cui sono servi credendosi padroni e viceversa».

Gioca d’anticipo, il movimento La Città in Comune. In vista delle prossime elezioni amministrative (previste per la primavera del 2015), la segreteria politica alza il sipario: «Faranno un bilancio positivo del loro mandato – si legge in una nota che fa riferimento agli attuali amministratori –, presenteranno dati falsi di straordinari risultati, dipingeranno la Città delle Favole».

«Sarà a dicembre che canterà questa giunta di tenores dilettanti, a cui sono mancati armonizzatore e voci. Da gennaio, infatti, saranno in cerca di voti per rimanere al potere. Faranno un elenco di cose fatte (due righe) e taceranno sui tanti flop. Certo non taceremo noi, che ricorderemo a questi hobbisti dell’amministrazione i motivi per cui devono andare a casa, le ragioni per cacciarli via, i presupposti del loro fallimento: dai documenti mai a disposizione alla mondezza prorogata fino a marzo 2015, dalla speranza calpestata dei giovani e del lavoro alla mancanza di progettualità».

«Noi non ci stiamo – sottolinea La Città in Comune – e da sempre diciamo cosa non hanno fatto, e non si tratta solo di alpini o di libri bruciati in piazza, di palazzetto dello sport o di Puc, di Testimonzos o dei comitati di quartiere. Il fallimento sta anche nelle nuove incompiute, nelle nuove inaugurate, nei recenti inutili, dall’Urban center (è solo l’ex Mercato civico) alle casette dei nani di via Convento, dalle strade, che fanno invidia a quelle afgane, al caro rifiuti, dalla qualità e numero di assessori al disastro dell’Università, dalla balconata di Montelongu alla piazza sempre transennata di Don Boboreddu, dall’anfiteatro di piazza veneto al Monte invisibile».

«Ma la disfatta, sotto gli occhi di tutti – va avanti ancora la segreteria politica della Città in Comune –, sta nella testarda ricerca del niente, nell’assenza di cultura e proposta, hanno pensato solo ad un’ordinanza anti-birra (peraltro senza indicare chi doveva farla rispettare) e a caricare i cittadini di balzelli nell’ordinario dito senza osare pensare alla luna. Colpevoli di ignavia, di doloso nulla, di non dare linea e speranza. A dicembre faranno balli e comizi, concerti e karaoke, proclami e manifesti, spettacoli e convegni, show e recite. Percorreranno in bande – chiude infine il documento – Seuna e San Pietro, sos Arboreddos e Lollobeddu, Mughina e Monte Gurtei, la Solitudine e Città Giardino».

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