La Nuova Sardegna

Nuoro

Oliena, il caso lingua blu

di Mattia Sanna
Oliena, il caso lingua blu

Il consigliere Putzu: «Il Comune si costituisca parte civile a fianco della Regione»

24 luglio 2014
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OLIENA. «Il Comune si costituisca parte civile a fianco della Regione. Perché chi ha sbagliato paghi».

Nei giorni scorsi, le cronache hanno lungamente parlato di un presunto traffico illegale di vaccinazioni contro la blue-tongue. Una vicenda che dovrà essere certamente approfondita e vagliata. Ma che sta destando parecchio scalpore. A questo proposito, durante l'ultima assemblea cittadina, il consigliere di minoranza Antonio Putzu ha chiamato l'intero consiglio ad un atto unanime di responsabilità. A fianco della amministrazione isolana. «Nel caso in cui siano accertati profili di colpevolezza e vi siano rinvii a giudizio – dichiara l’esponente autonomista – è doveroso che tutti i municipi della Sardegna combattano, anche loro, questa importante battaglia».

Importante, soprattutto se si pensa ai pesanti danni subiti dal comparto. «Oliena, come molte altre realtà – spiega Putzu – é stata colpita in maniera estremamente violenta dalle conseguenze dell’epidemia. Centinaia i capi morti, migliaia i casi di sterilità perenne. Le produzioni sono state ridotte pesantemente e le aziende agricole portate sul lastrico».

Apprezzabili paiono, dunque, le dichiarazioni dell’assessore regionale, delegato per il settore, Elisabetta Falchi. La quale esprime una posizione netta sull’inchiesta, che rischia di far finire a processo 41 persone. Tra dirigenti pubblici, funzionari del ministero della salute, manager di case farmaceutiche e perfino un deputato. Se vi saranno riscontri giudiziari, insomma, la Regione si schiererà, in maniera decisa, a favore dei pastori. Parte offesa in questa intricata e complessa circostanza.

«Dopo anni di denuncie e appelli inascoltati – sottolinea, pertanto, il rappresentante dell'opposizione – finalmente si é dato avvio all'attività istruttoria, dalla quale, con tutta probabilità, verrà fuori un incredibile traffico di virus». Al centro del caso vi é l’importazione dal sud Africa e la somministrazione forzata e obbligatoria dei vaccini. Imposti agli allevatori, senza che prima venissero sperimentati nei centri italiani di ricerca. Alcuni dei quali, all'avanguardia. Come quello agro-veterinario di Bonassai. «Si scopre oggi – aggiunge Antonio Putzu – che il medicinale in questione, non solo produce effetti devastanti negli animali e, spesso, la morte stessa della bestia. Ma determina, inoltre, la propagazione del morbo, a tutto vantaggio di chi può beneficiare dei cospicui ritorni economici, determinati dall'incremento delle somministrazioni. Ora che il coperchio é stato tolto e si sta cercando di fare luce su una storia drammatica – conclude il presidente della Consulta nazionalista – spetta, perciò, agli enti locali far sentire la propria vicinanza a chi é stato irreparabilmente danneggiato da tale mattanza».

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