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Con Cleopatra ha perso la casa “Nicoleddu” ora cerca lavoro

Con Cleopatra ha perso la casa “Nicoleddu” ora cerca lavoro

Dato per morto e invece ritrovato poco prima dell’alba su un soppalco della casa allagata dalla piena. Nicola Chessa classe 1967, originario di Orune ma da tanti anni residente a Torpè, può davvero...

24 luglio 2014
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Dato per morto e invece ritrovato poco prima dell’alba su un soppalco della casa allagata dalla piena. Nicola Chessa classe 1967, originario di Orune ma da tanti anni residente a Torpè, può davvero definirsi un miracolato anche se la sua vita è rimasta profondamente segnata da quella terribile notte del 18 novembre. Alle prese con gravi problemi di salute e scosso dalla morte dell'anziana madre avvenuta la settimana scorsa anche lei salvata in extremis dai soccorritori dopo ore all’addiaccio, Chessa così come tante altre famiglie del centro baroniese ha perso tutto. Non può rientrare nella sua casa ancora dichiarata inagibile, non ha un lavoro e nemmeno un abitazione in cui stare, dopo aver trascorso sei mesi in un alloggio pagato dal comune. Sopravvive grazie alla generosità di parenti e amici che lo invitano a pranzo e cena, ma per dormire deve arrangiarsi utilizzando a volte un sacco a pelo o dormendo dove capita. Non lancia accuse contro nessuno “Nicoleddu”che racconta: «Mi davano per morto e invece sono riuscito a salvarmi dalla furia delle acque salendo su un soppalco della mia casa che si trova vicino all’argine – spiega – .Vedevo le luci dei soccorritori ma non riuscivo a farmi sentire. Solo poco prima dell’alba i sommozzatori dei vigili del fuoco mi hanno individuato e tratto in salvo. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto, mia madre è morta dopo mesi di stenti e gli unici aiuti che ho ricevuto sono quelli delle donazioni dei privati. Ma ora non so più cosa fare». Chessa che è seguito dal servizio sanitario della Asl e dai servizi sociali, chiede solo di poter lavorare anche nei cantieri occupazionali o assistenziali e di tornare ad essere autosufficiente. (s.s.)

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