La Nuova Sardegna

Nuoro

Il pasticciaccio di Coronas verso la soluzione finale

di Tito Giuseppe Tola
Il pasticciaccio di Coronas verso la soluzione finale

Usi civici, la bocciatura da parte della Consulta non tocca il comune di Macomer Il quartiere cittadino che conta 200 case sarà presto liberato dal vincolo

23 luglio 2014
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MACOMER. La bocciatura da parte della Corte costituzionale del piano straordinario della Regione per la ricognizione degli usi civici non tocca il comune di Macomer, che salva l’iniziativa per eliminare i vincioli dall’area di Coronas. L’amministrazione ha scelto infatti di percorre altre strade diverse da quelle indicate nelle norma regionale bocciata dalla Consulta che puntava sulla sclassificazione pura e semplice dei terreni. Pare che la scelta del comune sia quella giusta per cui si attende a breve una comunicazione ufficiale che chiuda definitivamente una partita iniziata negli anni Trenta, quando l’ente iniziò a vendere i primi lotti edificabili (all’epoca non esisteva un piano regolatore, non era prevista una regolare lottizzazione e non c’erano neppure le fogne) e continuò a farlo fino agli anni Sessanta quando Coronas era ormai uno dei quartieri della città. Quando nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo il piano della Regione per la ricognizione degli usi civici approvato dalla giunta Cappellacci, il comune non hanno battuto ciglio. La decisione della Consulta non poteva toccare il comune di Macomer in quanto la richiesta di sclassificazione non si basava sulla norma dichiarata incostituzionale, ma su una permuta che consiste nello spostamento del vincolo dai terreni edificati di Coronas su altri terreni, per la gran parte reliquati di espropriazioni per opere pubbliche, ritagli che non saranno mai utilizzati per altri interventi, e aree sulle quali non si andrà mai a costruire. Mettendo insieme queste strisce di terreno e altri piccolissimi appezzamenti inutilizzabili è stata raggiunta la superficie da permutare che consentirà di togliere i vincoli da 3,5 ettari già edificati, ma ancora gravati da uso civico. L’operazione interessa più di 200 case molte delle quali sono attualmente abitate dai proprietari, ma non sono poche quelle che non sono più abitate da nessuno e che potrebbero essere vendute. I proprietari, però, non possono venderle in quanto non si può stipulare un regolare atto pubblico e non è possibile una trascrizione immobiliare a causa del vincolo che impedisce qualsiasi operazione. Di fatto non si può mettere mano neppure a lavori di ristrutturazione. Teoricamente non è possibile neppure la successione perché non può essere trascritta. Alla soluzione dei problemi di Coronas si guarda anche per recuperare un patrimonio abitativo enorme. Molti attendono l’eliminazione dell’uso civico per ristrutturare o vendere a persone che intendono eseguire dei lavori. Se si dovesse intervenire solo su un quarto degli edifici, ne trarrebbe vantaggi anche l’edilizia.

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