La Nuova Sardegna

Nuoro

Ancora pochi mesi prima dell’esplosione della “bomba sociale”

di Tito Giuseppe Tola
Ancora pochi mesi prima dell’esplosione della “bomba sociale”

Macomer, l’allarme dell’assessore regionale Maninchedda Scade la Cig: a dicembre migliaia di famiglie senza reddito

16 luglio 2014
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MACOMER. A dicembre esploderà la bomba degli ammortizzatori sociali, ma non sembra che le amministrazioni dei Comuni nei quali risiede il maggior numero di lavoratori in cassa integrazione e in mobilità mostri preoccupazione per ciò che potrà accadere quando, scaduta l’assistenza che ha garantito finora un reddito minimo, ma garantito, migliaia di famiglie si ritroveranno senza sostentamento. Anche i sindacati non sembra abbiano la dimensione di una situazione esplosiva che a fine anno arriverà al punto di rottura. L’assessore regionale Paolo Maninchedda, che già si è fatto carico del problema quando da consigliere regionale propose e fece approvare formule e soluzioni che alleggerirono il disagio della perdita del lavoro, ha suonato la sveglia con una lettera riservata inviata ad alcuni sindaci della zona e della provincia di Nuoro e ai sindacalisti che hanno seguito la crisi del settore tessile invitandoli a trovare e a proporre soluzioni prima che sia troppo tardi. La lettera è rimasta nei cassetti per alcuni giorni, ma alla fine c’è chi l’ha tirata fuori. Maninchedda spiega che in Sardegna l’area più attrattiva per gli investimenti privati attualmente è il Sulcis. Il distretto industriale del Sulcis non è più efficiente della Sardegna centrale e non offre maggiori servizi, ma gode di un privilegio normativo costruito nel tempo che comprende la “Zona franca urbana” e il “Piano Sulcis”. Spiega infine che è stato possibile ottenerli alle politiche di quell’area dove la coesione riesce a trasformare un’emergenza territoriale in una delle questioni politiche nazionali italiane. «Il Nuorese, dal Marghine a Siniscola, da Posada a Sorgono – scrive Maninchedda ai sindaci –, entro dicembre subirà un durissimo contraccolpo per il venir meno degli ammortizzatori sociali. A oggi non esiste una strategia politica che intercetti questa emergenza. Noi del Nuorese, al di là delle contraddizioni e delle lotte fratricide in cui ci siamo specializzati, stiamo più di altri lavorando a far crescere le aziende del territorio, siamo diventati molto esigenti con imprenditori che vengano dall’esterno, ma registriamo da un lato l’assenza di un pacchetto normativo che migliori la redditività delle attività in corso e ne attragga di nuove e la necessità di politiche di welfare che accompagnino la trasformazione del sistema produttivo verso nuovi traguardi e non lo facciano implodere sotto i colpi dell’imminente conflitto sociale». Quella presentata da Maninchedda è la fotografia di un disastro annunciato. Per evitarlo indica alcuni percorsi: sostenere il reddito degli espulsi dal mondo del lavoro impegnandoli a aumentare il valore delle risorse ambientali e, in generale, del patrimonio pubblico, e ricerca di una stategia dedicata verso le imprese sopravvissute al disastro economico rendendo agevole l’accesso agli aiuti previsti dagli strumenti dedicati alle imprese e frenati da burocrazia e centralità.

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