La Nuova Sardegna

Nuoro

Diga Cumbidanovu Consorzio e impresa: guerra di carte bollate

di Nino Muggianu
Diga Cumbidanovu Consorzio e impresa: guerra di carte bollate

I lavori rischiano di slittare a causa di un contenzioso I 48 operai disperati: non ricevono soldi dall’inizio dell’anno

15 luglio 2014
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ORGOSOLO. La diga di Cumbidanovu è destinata a entrare nell’elenco delle incompiute. Ormai, se si dovesse decidere di andare avanti con i lavori bisognerà predisporre un bando di gara per un nuovo appalto. Questo significa che di eventuale ripresa dei lavori se ne riparlerà non prima di un anno e mezzo. Nel frattempo tutti chiedono danni, il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale che aveva commissionato i lavori e «Itinera» l’impresa che aveva vinto l’appalto e che bussa a denari proprio con il Consorzio. E anche il sindaco di Orgosolo, sul cui territorio doveva nascere la grande opera, chiede che, visto che la diga sembra tramontata, venga ripristinato lo stato dei luoghi. Come dire che finora nel territorio si sono fatti solo danni e buttati al vento diversi milioni di euro.

E in mezzo a tutto questo caos, i 46 operai e quindi 46 famiglie da dicembre 2013 non vedono un euro e chi sa quando e se ne vedranno. Un quadro della situazione che, per stare in tema, meriterebbe uno spazio tra i murales di protesta nella via principale di Orgosolo. Il pessimismo è palpabile anche nella parole del dirigente dell’area tecnica del Consorzio di bonifica, ingegner Sebastiano Bussalai: «Purtroppo le cose non stanno andando bene. L’impresa ha mandato una diffida al Consorzio e adesso si sta attendendo un incontro con la Regione, ma sostanzialmente l’impresa ha evidenziato la volontà di non riprendere i lavori per cui l’ente sta procedendo alla rescissione del contratto. L’impresa a sua volta vuole il pagamento dei danni subiti – continua il professionista – . Il consorzio si sta attivando per attivare la risoluzione del contratto, ma ci sono dei passi formali che vanno seguiti: a breve partirà la messa in mora, alla quale seguirà la citazione in giudizio. Ma l’impresa ha già espresso la volontà di non continuare i lavori».

E allora? Si ripartirà da zero? «No, gli scavi sono già stati fatti e gli altri problemi sono risolvibili se da parte della Regione ci sarà la volontà di continuare il lavoro. Per adesso – conclude l’ingegner Bussalai – ci sono solamente delle diffide da una parte e dall’altra. L’atto ufficiale del Consorzio al momento non c’è. La Regione si sta attivando per vedere se ci sono margini per risolvere la situazione, ma personalmente sono molto pessimista. Se va via l’impresa, bisognerà riappaltare i lavori e passerà almeno un annetto per rivedere un’altra impresa nel cantiere».

Non meno allarmanti le notizie che arrivano dal fronte sindacale. «Tra le incompiute in Sardegna non ci sarebbe la diga di Cumbidanovu, cosi come quella di Torpè e la Carlo Felice e la cosa ci consola – commenta con ironia il sindacalista Giovanni Marongiu -. La scorsa settimana abbiamo avuto un incontro a Cagliari con il Capo di gabinetto dell’assessorato ai Lavori pubblici e stiamo aspettando la convocazione del tavolo con tutti i soggetti interessati. Ho paura che si vada alla rescissione del contrato con l’impresa. E i lavoratori? All’incontro chiederemo la presenza dell’assessore al Lavoro. A oggi non hanno ricevuto un euro e soldi per la cig non ci sono».

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