La Nuova Sardegna

Nuoro

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Ricordo di don Vinante: dalla Val di Fiemme all’Ogliastra

di Claudia Carta

ELINI. «Quel 17 aprile, attorno a don Pietro Vinante c’erano tutti. Ma proprio tutti. Con la consapevolezza dell’impossibilità di trovare un altro uomo come lui, capace di segnare il confine tra ciò...

13 luglio 2014
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ELINI. «Quel 17 aprile, attorno a don Pietro Vinante c’erano tutti. Ma proprio tutti. Con la consapevolezza dell’impossibilità di trovare un altro uomo come lui, capace di segnare il confine tra ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare. Un grande masso inamovibile, come quella Croce che fece mettere sulla cima del Gennargentu, perché tutti i sardi potessero vederla. E anche lì fece “il diavolo a quattro” per riuscire nella sua impresa». La voce calda e avvolgente di Gianluca Medas incanta l’auditorium di via Pompei, a Elini, gremita di gente, che quel 17 aprile di due anni fa se lo ricorda bene, ma più ancora ricorda gli occhi del curato tridentino prestato all’Ogliastra, diventata la sua casa per oltre cinquant'anni. Occhi specchio dell’anima. Un’anima salda, integerrima, inquieta solo all'occorrenza, ma serena perché sorretta da una fede incrollabile. Un’anima povera, dove la povertà ha la forma e lo splendore della semplicità, dell’umiltà e dell’incontro con gli ultimi. E per questo si fa grande. Il “figlio d’arte” Medas inizia a tessere la tela della vita di don Vinante dal giorno in cui tutta l’Ogliastra si è stretta attorno a lui. Un saluto. L’ultimo. Villanova Strisaili ed Elini le sue parrocchie. Tante le testimonianze, numerosi i ricordi, infiniti gli aneddoti. La luce è soffusa, sul palco, mentre Andrea Congia, pizzica sapientemente e con grazia le corde della sua chitarra, accompagnando le vicissitudini di don Pietro, dalla Val di Fiemme in terra sarda. Imperturbabile, austero, cocciuto e inarrestabile, coerente e pungente. Povero con i poveri. Camminatore infaticabile e guerriero indomito contro tutto ciò che non rispondeva alla “diritta via” della Parola e del Vangelo. Il racconto corre via veloce, con le pennellate musicali del coro Ogliastra di Tonino Arzu, a interrompere, senza mai spezzarlo, il filo di una vita che tutti avvolge e unisce in un giovedì notte pieno di maestrale. Il parroco di Elini, don Luca Fadda, ne ricorda la fede forte e tenace e l’incoraggiamento costante. Il vescovo di Lanusei, Antonello Mura, ne sottolinea la capacità di preghiera e di affidamento a Dio, in ogni circostanza, ma anche l’originalità di un uomo geniale: “genio e sregolatezza”, un binomio inscindibile che, nel caso di don Pietro Vinante erano frutto di una convinzione e un credo autentici.

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