La Nuova Sardegna

ULASSAI. Dopo una proroga nella serata di lunedì ha chiuso i battenti la mostra “Parola d'artista” dedicata a Maria Lai, alla Stazione dell'Arte di Ulassai. L'esposizione, che ha messo insieme opere della collezione della Fondazione e alcuni lavori arrivati dalle collezioni di enti e di privati, è stata allestita nello spazio principale della Stazione dell'Arte, rivisitata in occasione del primo anniversario della morte dell'artista, lo scorso 16 aprile.

Tra le opere in mostra mai viste a Ulassai, un maestoso lenzuolo in tela cucita con filo nero, dal titolo “I racconti del lenzuolo”, degli anni ’80, inizio anni ’90, di proprietà della provincia di Sassari. Un altro, ugualmente di grandi dimensioni, prestato dalla Fondazione Banco di Sardegna di Cagliari, dal titolo “Lenzuolo”, alcuni libri cuciti provenienti dalla collezione della Stazione, e un grande lavoro, sempre di proprietà della Stazione, che l'artista aveva dedicato ai pensieri su Gramsci dal titolo "A. Gramsci".

Le opere, che sono state in mostra fino a qualche giorno fa, sono accomunate da una cifra stilistica che dal 1977, anno in cui si data “Pianto”, la prima opera nel percorso espositivo e madre di tutte le altre, non ha più abbandonato la produzione di Maria Lai: le sue illusorie parole cucite realizzate sui supporti più diversi. «Le parole ricamate nelle tele esposte, nei libri cuciti e nei lenzuoli – è stato spiegato – ingannevole espediente che sostituisce la scrittura vera e propria, si manifestano pian piano per quello che sono realmente: un groviglio inestricabile di fili e intrecci, nodi e ricami che, più ci si avvicina, più si avviluppa rivelandosi indecifrabile». (l.cu.)