La Nuova Sardegna

Nuoro

Cinquanta chili di marijuana nell’ovile

di Valeria Gianoglio
Cinquanta chili di marijuana nell’ovile

Cinque arresti dei carabinieri dopo un maxi blitz a Loculi. La droga, di primissima qualità, arrivava dall’Albania

26 giugno 2014
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NUORO. Dopo quaranta giorni di appostamenti all’antica, acquattati tra i cespugli di macchia delle campagne di Loculi, con tanto di binocoli e telecamere, i Cacciatori di Sardegna insieme ai colleghi della compagnia di Siniscola stavano forse per perdere le speranze. Eppure, i pedinamenti delle settimane precedenti, il traffico insolito di persone dalla Penisola, insieme alla storia passata di qualcuno degli “attenzionati” – come si dice nel gergo investigativo – che era stato beccato nel 2009 con 267mila euro in contanti nell’ovile, facevano pensare che di lì a poco sarebbe arrivato il classico carico da novanta. E alla fine, il carico in questione, è arrivato.

Sono le 16 di avant’ieri, e nelle campagne di Istiai, vicino a Loculi, c’è un caldo asfissiante. Ma i carabinieri non mollano la presa e alla fine avvistano un camper mentre entra nell’azienda agricola di Giuseppe Mercurio, 50 anni, imprenditore di Loculi, che nel 2009 era finito in mezzo a un’inchiesta della Dda per un giro di droga. In quella occasione, durante una perquisizione, i militari gli avevano sequestrato 267mila euro in contanti nascosti nel giardino di casa. Mercurio si era difeso dicendo che erano i risparmi di una vita, ma nessuno degli investigatori ci aveva creduto.

«Da allora – spiega ieri il comandante della compagnia di Siniscola, Andrea Senes con il suo vice Sergio Pagliettini – lo abbiamo tenuto sotto stretta osservazione, perché per noi si trattava di un pezzo da novanta del traffico di droga. Nelle scorse settimane avevamo notato che l’ovile era frequentato da persone del Continente, e in particolare da un calabrese che aveva contatti con la criminalità calabrese e albanese».

Certo è che quando il camper entra nell’azienda di Mercurio, i carabinieri capiscono al volo che non era lì per comprare formaggio o qualche ricotta. Tutt’altro: i militari vedono, infatti, che dal mezzo erano appena scese due persone e stavano scaricando diversi pacchi sospetti. Ed è così che scatta il blitz atteso costato qualche anno di indagini e quaranta giorni di appostamenti discreti. Un blitz che in seguito, i familiari di Mercurio e la difesa, rappresentata dagli avvocati Angelo Manconi e Mario Lai, avrebbero definito decisamente aggressivo. Così tanto da chiedere l’intervento della guardia medica. Per i carabinieri, tuttavia, tutto è filato come doveva e senza alcuna sbavatura. E beccano in flagrante il traffico di droga che stavano cercando. «Il camper – spiega il capitano Senes – aveva appena scaricato 50 pacchi di marijuana, per un totale di 50 chili. C’erano anche 10 grammi di eroina. Quel camper era arrivato la mattina a Olbia da Genova, guidato da Silvio Palmeri, 42 anni, di Monza, e preceduto da un’auto-staffetta guidata da Giuseppe Arena, 37 anni, di Arosio, in provincia di Como. I due, una volta arrivati in Sardegna, si erano divisi: Palmeri era rimasto nell’area di servizio Q8 del Sologo, mentre Arena era andato nell’azienda di Mercurio che lo aspettava con il nipote Roberto Mura, 29 anni di Loculi, e Matteo Pinna, 42 anni, di Samassi. I cinque sono stati tutti arrestati. Nella stessa azienda, sotto un masso e un pozzetto, sono stati trovati 124mila euro, con i quali riteniamo dovesse essere pagata la droga. Una partita purissima, di prima qualità, che arrivava dall’Albania». L’udienza di convalida per i cinque è stata fissata per domani.

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