La Nuova Sardegna

Nuoro

la conferenza

Midollo osseo, donazioni decisive

di Luciano Piras

Professor Contu lancia un appello dalla parrocchia del Sacro Cuore

23 giugno 2014
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NUORO. La Sardegna si conferma la regione più solidale d’Italia in fatto di donazioni di midollo osseo. Lo ha ribadito con orgoglio il professor Licinio Contu, nei giorni scorsi a Nuoro, in occasione di una conferenza organizzata dalla parrocchia del Sacro Cuore. Dove è stato anche sottolineato il ruolo fondamentale dell’Admo, con le sue varie sezioni e ramificazioni. A questo proposito, il pioniere delle ricerche genetiche e fondatore del Registro donatori midollo osseo nonché presidente della stessa Admo, l’Associazione donatori midollo osseo, ha rimarcato il ruolo determinante di alcune realtà provinciali (Orani, Bitti, Aritzo) sottolineando, tuttavia, con un velo di amarezza, l’assenza dell’Admo a Nuoro. Contu, che è anche presidente dell’Adoces, l’Associazione donatori cellule staminali emopoietiche, si è poi soffermato sull’importanza della donazione di sangue del cordone ombelicale, con un invito alle giovani mamme a fare la donazione. Non a caso il titolo dell’appuntamento era «Donazione e trapianto delle cellule staminali emopoietiche. Stato attuale e nuovi sviluppi».

Dopo una breve introduzione del parroco don Piero Mula, che ha presentato l’iniziativa e portato i saluti della comunità, il professor Contu ha aperto la conferenza ricordando i suoi anni nuoresi. «Molte malattie ematologiche, fino a ieri considerate letali – ha detto –, possono oggi essere aggredite e trattate con la terapia trapiantologica».

Il primo trapianto allogenico di midollo osseo nell’uomo è stato eseguito nel 1959 dal medico americano Premio Nobel Edward Donnall Thomas in un paziente affetto da leucemia cronica. Da allora a oggi la scienza medica ha fatto grandi miglioramenti. Il trapianto delle cellule staminali emopoietiche consente infatti di rigenerare un nuovo midollo osseo, questo tipo di trapianto è indicato nel trattamento di malattie ematologiche, dall’aplasia midollare severa alle immunodeficienze severe, talassemia, leucemia, mielodisplasie, mieloma, linfoma.

Contu ha spiegato con molta semplicità il trapianto allogenico di cellule staminali: «può esserci solo nel momento in cui viene individuato un “donatore compatibile”». La compatibilità tra donatore e ricevente viene stabilita attraverso un test sul sangue di entrambi. Resta fondamentale e decisiva, quindi, la cultura della donazione.

«Per entrare nel registro dei donatori di midollo è sufficiente – ha spiegato ancora il professore – rivolgersi a una struttura ospedaliera che partecipa al programma nazionale “Donazione di midollo osseo” per sottoscrivere un consenso informato ed essere sottoposti alla tipizzazione Hla. Il potenziale donatore di midollo osseo deve godere di buona salute e avere un’età compresa tra 18 e 40 anni». Da qui l’appello alla donazione, rivolto soprattutto ai giovani, con il motto “Dona vita agli altri e anni alla vita”. Un impegno serio e disinteressato verso la malattia.

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