La Nuova Sardegna

Nuoro

Esordio per il Sic di Campeda

di Tito Giuseppe Tola

Macomer, il piano per la gestione del sito di interesse comunitario sarà presentato il 26 giugno

18 giugno 2014
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MACOMER. Visto con preoccupazione per i vincoli che hanno limitato gli interventi delle attività agricole, il sito di interesse comunitario (Sic) di Campeda diventerà uno strumento di promozione che ne favorirà lo sviluppo. Il piano di gestione, calato dall’alto nel 2009, aveva incontrato non poche resistenze. Per la gran parte sono state superate e ora sarà adeguato alle esigenze di chi opera nelle aree vincolate. Verranno inoltre introdotte integrazioni che riguardano in particolare gli usi agricoli e forestali delle stesse. La presentazione del piano avverrà il 26 giugno, alle ore 18 nell’aula consiliare del comune di Macomer, nel corso di un’assemblea pubblica alla quale potranno partecipare tutti i soggetti interessati, dalle tre amministrazioni dei comuni di Macomer, Bortigali e Sindia sui cui territori ricade il Sic, ai proprietari e utilizzatori dei terreni e alle associazioni ambientalistiche e venatorie. Dopo la presentazione del piano da parte della società Criteria, che lo ha elaborato, i cittadini potranno presentare domande e osservazioni e intervenire nella discussione.

Il sito di interesse comunitario di Campeda si estende su una superficie di 4.668 ettari e raggiunge un’altitudine massima di 724 metri sul livello del mare. La superficie complessiva dell’altopiano è di 11.068 ettari. Il piano parte da tre principi base indicati chiaramente nel documento: «Il grado di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro capacità di rigenerazione, l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve superare la capacità di autodepurazione dell’ambiente stesso e lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo». In poche parole: usare il territorio senza distruggerlo e senza causare danni irreversibili. Oltre alla valenza ambientale dell’area, il piano Sic richiama l’attenzione anche sulla valenza archeologica. Nella zona sono stati censiti 55 nuraghi, tre tombe di gigante e due dolmen. E indica diverse criticità individuate nel territorio. Tra le tante, la perdita della biodiversità a causa di incendi, di elevato carico di bestiame, di mancata vigilanza ambientale e di modalità di gestione del territorio non corrette. Un particolare accento è posto sulla diffusione degli incendi boschivi, troppi e troppo dannosi, ma la Regione classifica il territorio «a rischio nullo di incendi».

Un altro problema è costituito dal carico pascolativo, che in alcune zone è elevato e crea danni. Il Sic impone vincoli, ma può essere uno strumento di promozione del territorio e dei suoi prodotti. Bisogna però capire come utilizzarlo per valorizzare le risorse.

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