La Nuova Sardegna

Nuoro

Il settimo Sardegna Rally Race mette in moto un milione di euro

di Luciano Piras
Il settimo Sardegna Rally Race mette in moto un milione di euro

Gli organizzatori: «Un grande giro d’affari senza ricevere un soldo di contributo pubblico» La web marketing manager: «È un evento che promuove il territorio e l’industria delle vacanze»

06 maggio 2014
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NUORO. Un giro d’affari che vale un milione di euro, 5mila persone in movimento, una platea potenziale di oltre 50milioni di lettori e telespettatori del mondo intero. «Il tutto senza ricevere alcun contributo pubblico» sottolinea Gianpaolo Granara, nuorese classe 1984, presidente della Bike Village di San Teodoro. L’associazione che organizza il Sardegna Rally Race. «Il rally più importante dopo la Parigi-Dakar» dice con orgoglio. Un appuntamento sportivo, giunto alla settima edizione, che per sei giorni di fila, dal 7 al 12 giugno, metterà alla prova i più grandi campioni del motocross country, dallo spagnolo Marc Coma ai francesi Cyril Despres e Stephane Paterhansel, dal portoghese Rodrigues Helder al sassarese Luca Manca. Un centinaio gli iscritti alla competizione, pronti tutti a salire in sella lungo i 1650 chilometri di gara, due prove al giorno, di tappa in tappa, tra i paesaggi della Gallura, dell’Ogliastra e dell’Oristanese.

Unico appuntamento europeo, il Sardegna Race, di un rally mondiale che tocca paesi come Abu Dabi, Qatar, Egitto, Brasile, Argentina e Marocco.

«Un evento, soprattutto, che promuove il territorio» evidenzia Delia Cualbu. Lei, giovane imprenditrice di Fonni, classe 1981, consulente in management, marketing e web marketing per il turismo, che con il suo Shardana tourism lab ha condotto uno studio sul ritorno economico e mediatico del Rally Race. «Un evento di questa portata, oltre ad avere un’importanza commerciale innegabile – va avanti –, attrae nuovi turisti e permette al territorio di far conoscere la sua offerta turistica ponendosi così come potente strumento di marketing. Da “semplice” scenario di un Mondiale, i luoghi diventano così protagonisti, mete desiderate e sognate per le vacanze».

Membro dell’ufficio di presidenza della Confesercenti interprovinciale Nuoro-Ogliastra, Cualbu assicura che «l’esperienza Sardegna diventa così un viaggio dentro il viaggio che altri, in tanti, vorranno sicuramente fare. Perché è impossibile non restare affascinati dai nostri luoghi, che non sono semplice scenario ma veri protagonisti». Da qui la massima attenzione al rispetto dell’ambiente, dei passi e dei salti percorsi dalla carovana degli enduro. «Tutti i tracciati sono concordati con l’Ente foreste – assicura Gianpaolo Granara –, le moto seguiranno una mappa dettagliata». Una mappa del Rally che quest’anno unirà cinque tappe: «Oltre al punto nevralgico che sarà San Teodoro e tutta la bassa Gallura – spiega ancora Delia Cualbu –, attraverseranno anche l’Ogliastra in una coast to coast che regalerà all’arrivo a Santu Lussurgiu, nel contesto della spettacolare chiesa romanico-pisana di San Leonardo e delle sue sette fonti, una vera esperienza Sardegna. Ad attendere partecipanti, stampa e seguito ci saranno, infatti, i colori dei costumi tradizionali, sapori e i profumi della gastronomia locale, come avvenne l’edizione 2013 in località Sa Itria». Un giro d’affari che mobilita un indotto alquanto sostanzioso: «Cinquemila persone che si traducono in presenze nelle strutture ricettive delle località percorse dal Rally, pranzi, cene, servizi, acquisti vari, consumi di diverso genere». Il presidente della Bike Village ne è convinto. «Moneta che circola, quindi» sintetizza Cualbu. «Il Sardegna Rally Race, insomma – riprende Granara –, è molto più di una corsa su moto per appassionati, è una vera e propria occasione per la nostra isola». Aggiunge la web marketing manager di Fonni: «L’immagine della Sardegna, rilanciata attraverso l’evento, in un momento che coincide con l’apertura della stagione estiva può contribuire a “sedurre” quei turisti intenti a scegliere la destinazione delle proprie vacanze». Persone, turisti, che spesso tornano in Sardegna anche in altri periodi dell’anno. Non a caso sono numerosi i Paesi che spingono per avere la tappa europea del mondiale di cross country. Un milione di euro, 5mila presenze e 50 milioni di audience «non sono numeri che noi sardi possiamo ignorare, almeno non dovremo». Lo dicono in coro e lo sottoscrivono entrambi, Gianpaolo Granara e Delia Cualbu.

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