La Nuova Sardegna

Nuoro

IL SOLE, LA LUNA, LE STELLE L’archeo-astronomia. Studi sempre più frequenti ipotizzano legami misteriosi

Tonino Bussu
IL SOLE, LA LUNA, LE STELLE L’archeo-astronomia. Studi sempre più frequenti ipotizzano legami misteriosi

L’almanacco di Tonino Bussu

23 aprile 2014
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Sono sempre più frequenti le discussioni tra gli studiosi per le tematiche che affrontano i rapporti tra l’archeologia e l’astronomia e ormai quasi quotidianamente leggiamo studi che ipotizzano legami stretti tra monumenti archeologici antichissimi ed eventi astronomici. Si parte dall’assunto che l’uomo abbia sempre tenuto in grande considerazione l’orientamento stellare, del Sole o della Luna nel momento in cui ha costruito opere di una certa valenza. Basta pensare ai nuraghi in Sardegna o a Stonehenge in Inghilterra. Ed è accertato che sin dai tempi più remoti l’uomo ha cercato di misurare il tempo partendo dal cammino del Sole, dalla durata del giorno e della notte nel corso dell’anno, dalle fasi lunari e dall’alternarsi delle stagioni. E sin dalla preistoria si è dotato di calendari che col tempo sono andati sempre più evolvendosi. E, fino a poco tempo fa, i più antichi calendari di cui si aveva notizia si pensava fossero stati ideati nel Medio Oriente, in Mesopotamia circa 4000 anni a.C. Alcuni anni or sono, invece, si è arrivati alla sensazionale scoperta in Scozia di un sito archeoastronomico di grande importanza che pare sia il più antico finora trovato e la notizia ha dello sbalorditivo in quanto lo fanno risalire al periodo Mesolitico, cioè a circa diecimila anni or sono. La scoperta consiste nell’aver individuato ben dodici pozzi che pare siano disposti in modo da riprodurre le fasi e i mesi lunari. Dentro questi pozzi o buche si suppone che vi fossero dei pali di legno che rendevano il calendario ancor più leggibile e interessante. Ma questi popoli di cacciatori-raccoglitori hanno migliorato questo calendario lunare integrandolo con un allineamento col sorgere del Sole invernale, trasformandolo quindi in lunisolare e dimostrando quanto anche i popoli primitivi fossero interessati agli eventi astronomici.

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