La Nuova Sardegna

Nuoro

Non solo miliardari, la classe media russa scopre la Sardegna

di Paolo Merlini

Orosei, albergatori in rete per promuovere il territorio Un seminario con l’esperto di marketing Alessandro Casula

18 aprile 2014
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INVIATO A OROSEI. La notizia è che non sono tutti miliardari i russi che arrivano in Sardegna. Anche nell'ex Urss e poi ex Csi la classe media ha scoperto il turismo al di fuori dei propri, vastissimi confini, ma l'isola è una meta da non perdere solo per una piccola parte dei 300 milioni di cittadini di quella che è stata la galassia sovietica: appena diecimila persone l'anno. Sono circa un milione i russi (chiamamoli così per brevità perché tra loro ci sono anche kazaki, georgiani, bielorussi: solo per citare alcune delle 15 repubbliche che costituivano l'Urss) che ogni anno arrivano in Italia, perlopiù per visitare le città d'arte. Ma solo una piccola parte, l'uno per cento, sceglie di sbarcare in Sardegna. Tra questi ci sono i miliardari che imperversano in Costa Smeralda, ma la maggior parte di loro sono esponenti di quella classe media che ogni anno sceglie di trascorrere le vacanze in Europa o in mete più gettonate e abbordabili come l’Egitto e la Turchia. Lo ha fatto, per restare ai dati del 2012, ben il 10 per cento dei circa 150 milioni di abitanti della Russia. Una percentuale che cresce in modo esponenziale con un incremento di circa il 18 per cento l’anno.

Questi e tanti altri dati sono emersi giovedì scorso a Orosei nel corso di un seminario sul turismo russo che si è svolto all’hotel ristorante Su Barchile. A parlarne, Alessandro Casula, esperto in materia di marketing dei mercati emergenti (è stato tra l’altro docente alla Business school del Sole 24 Ore). Un’esperienza maturata sul campo, la sua, esattamente dal 2000, quando ha cominciato a studiare il fenomeno del turismo russo e soprattutto le possibilità di attrarlo sempre maggiormente in Italia. Casula è originario di Pula, e dunque ha cuore che questo tipo di turismo possa rappresentare una risorsa anche per l’isola. Per far ciò Casula ha creato una propria società, la Hvm srl, e con questa ha fondato il rating turistico alberghiero Russkij Kliuch (in italiano chiave russa), una classificazione insomma delle strutture ricettive a uso e consumo della vasta platea di viaggiatori russi.

Molti tour operator di Mosca e Pietroburgo hanno sposato la sua iniziativa, segno del costante interesse per l’Italia. Il rating, che ha anche un sito bilingue russo-italiano (www.rusklu.com), si propone di aiutare il turista o il tour operator nella scelta della propria destinazione. Uno dei maggiori ostacoli, come ha sottolineato Casula, è il fatto che pochissimi russi, anche tra le classi socialmente più elevate, parlino inglese, cioè la lingua più diffusa tra i viaggiatori (accade anche in Italia, peraltro). Un handicap non da poco, soprattutto perché sono pochissimi gli operatori turistici italiani che hanno fatto uno sforzo, anche minimo, per andare incontro ai visitatori di madre lingua russa. «Basterebbe tradurre un menu, o i servizi di un albergo. È molto meno complicato di quanto possa apparire», dice Casula. Eppure le figure specializzate esistono anche in Sardegna, e sono in numero crescente. Per esempio all’incontro di Orosei, accanto ai vari albergatori del territorio, era presente la guida turistica Katia Marroccu, una giovane nuorese che vanta un’esperienza decennale proprio come accompagnatrice e interprete per gruppi russi (katiam@tiscali.it, tel. 328 0270986), che ha confermato la costante crescita di interesse verso l’isola.

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