La Nuova Sardegna

Nuoro

Una guerra tra poveri per i cantieri comunali

di Lamberto Cugudda
Una guerra tra poveri per i cantieri comunali

Continua anche la protesta degli operai esclusi dalle imprese esterne Intermare Contestato l’arrivo di lavoratori dai paesi dell’Est e da altre parti dell’isola

04 aprile 2014
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Antonio Marcialis tra breve compirà mezzo secolo di vita, ma è da svariati anni che, nonostante faccia sempre domanda, non riesce più a rientrare «fra quanti lavorano nei vari cantieri comunali e anche nel cosiddetto “cantierino” dello stesso ente locale comunale». L’operaio tortoliese chiede: «Eppure mi pare di vedere che altri che hanno già lavorato in altri cantieri rientrebbero nella graduatoria per un nuovo cantiere comunale che prevede l’assunzione di nove manovali e personale non qualificato». Prima di lui, circa due settimane fa, si era lamentato, per non essere stato mai chiamato, nei cantieri comunali, un altro disoccupato locale, Antonello Arzu.

Questi sono soltanto due esempi di una continua guerra fra poveri. E se ne ha un chiaro esempio negli ultimi giorni. Lunedì una trentina di operai (alcuni anche qualificati) si sono recati nella sede municipale per un incontro con il commissario straordinario Vincenzo Basciu, in relazione alle mancate assunzioni nel gigantesco cantiere operativo Saipem di Arbatax, Intermare fabrication yard. Gli operai di Tortolì-Arbatax hanno contestato la presenza di operai dell’est europeo, di altre regioni italiane e anche di altre zone isolane, mentre loro continuano a essere disoccupati nonostante abbiano lavorato, per tanti anni, con imprese esterne nell’ex Intermare sarda. Due giorni dopo sono stati i numerosi disoccupati di Barisardo a tenere un incontro in municipio con il sindaco.Lo scorso 29 gennaio, nel presentare sei proposte programmatiche a tutti i candidati alle elezioni regionali del 16 febbraio, il presidente di Confindustria della Sardegna centrale, Roberto Bornioli, tracciò il quadro della situazione territoriale. «Dai dati Istat – disse il presidente dell’Associazione degli industriali della Sardegna centrale – l'Ogliastra risulta la provincia sarda col più alto tasso di disoccupazione, che è al 22,5 per cento, a fronte di una media regionale del 15,6 per cento». Bornioli proseguì: «La difficoltà nel fare impresa e creare economia, determinano un progressivo e continuo spopolamento. Tra il 2002 e il 2012, Ussassai e Seui, hanno perso rispettivamente il 20 e il 15 per cento dei loro abitanti. Alcuni demografi prevedono che l'Ogliastra passerà dai 58mila abitanti del 2013 a poco più di 34 mila nel 2050. Eppure ha tante potenzialità, a partire dalla zona industriale di Tortolì-Arbatax».

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