La Nuova Sardegna

Nuoro

Arzu e Pala, le nuove carte per evitare l’ ergastolo

di Antioco Fois
Arzu e Pala, le nuove carte per evitare l’ ergastolo

La Corte d’assise d’appello di Perugia ha accolto le richieste dei difensori Nella rapina compiuta in una banca di Umbertide era stato ucciso un carabiniere

28 marzo 2014
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PERUGIA. Una nuova testimonianza e una perizia scientifica riaprono il processo a Raffaele Arzu e Pietro Pala per l'omicidio di Donato Fezzuoglio, il carabiniere ucciso a Umbertide (Perugia) a gennaio del 2006 nel corso di una rapina al Monte dei Paschi di Siena.

La Corte d'assise di appello di Perugia ha deciso mercoledì sera, dopo una prima udienza fiume, di riportare la vicenda in aula, esaudendo buona parte delle richieste delle difese dell'ex latitante di Talana e dell'allevatore originario di Orune, entrambi condannati in primo grado, appena dieci mesi fa, all'ergastolo ed entrambi presenti in aula.

Sul banco dei testimoni comparirà Sonia Carta, sorella di quell'Ivo Carta morto a luglio del 2006 in un bar di Orune, ammazzato con 11 fucilate. Per l'accusa era l'autista della Lancia Thema utilizzata come auto di copertura dal commando di Umbertide, dalla quale il passeggero seduto nel sedile posteriore sparò il colpo di kalashnikov che uccise il carabiniere appena trentenne. Non è così per Francesco Falcinelli, avvocato di Pala, che in aula ha anticipato i contenuti della dichiarazione del nuovo teste. Quel maledetto 30 gennaio Ivo Carta era ben lontano da Umbertide, da rapine e sparatorie. La sorella sarebbe infatti in grado di confermare che si trovava nella sua casa ad Aprilia.

Altro elemento di novità arriverà dai laboratori delle analisi forensi. Sotto il microscopio dei periti passerà il Dna di Pietro Pala, che potrebbe dare una svolta al procedimento. La Corte presieduta da Giancarlo Massei ha deciso che un biologo preleverà materiale genetico dell'imputato, ritenuto dall’accusa l'esecutore materiale dell'omicidio, per poi confrontare la sequenza genetica estratta sia con i mozziconi di sigaretta che vennero ritrovati a casa sua a Marsciano, sia col Dna rinvenuto su alcune cicche spente repertate nelle campagne di Piegaro, vicino al punto in cui vennero ritrovate le auto usate per la fuga dei rapinatori di Umbertide.

Finora il confronto è stato fatto tra i due mozziconi di sigaretta, che hanno lo stesso Dna, ma non c'è stata mai una comparazione diretta con materiale genetico prelevato da Pietro Pala. La nuova perizia è stata accordata d'ufficio dalla Corte, non in seguito ad una richiesta diretta della difesa di Pala, ma in conseguenza "alla critica delle indagini scientifiche del Ris da noi sollevate in appello", è il commento di Francesco Falcinelli, che si dice "soddisfatto della riapertura del dibattimento".

La corte di Perugia ha anche accordato l'acquisizione di due sentenze. Nello specifico, quella con cui la corte d'Appello di Firenze aveva assolto tutti gli imputati, tra cui Arzu e Pala, dall'accusa di associazione a delinquere, alleggerendo del reato associativo la precedente condanna per la tentata rapina al supermercato Pam di San Marco (Perugia) dell'aprile 2007. Entra nei faldoni del processo d'appello anche la sentenza di primo grado del tribunale di Perugia con cui uno dei testimoni dell'accusa è stato condannato per truffa.

I giudici si sono, invece, riservati di decidere su un'eccezione di nullità della sentenza di primo grado all'esito dell'istruttoria presentata dalle difese, mentre ha rigettato la richiesta di perizia con cui si chiedeva la trascrizione di un'intercettazione. Contro le richieste delle difese si è espressa l'accusa con i pg Giuliano Mignini e Paolo Abbritti insieme agli avvocati di parte civile Nicola Di Mario e Giancarlo Viti.

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