La Nuova Sardegna

VILLAGRANDE STRISAILI. Anche la Sardegna sarà coinvolta nella filiera al 100 per cento italiana del latte di capra di alta qualità promossa da Granarolo. Lo ha detto il presidente del gruppo, Gianpiero Calzolari, a margine dell'incontro promosso a Roma dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) con Ismea e Amalattea Spa, primo player nazionale nel settore della trasformazione e commercializzazione di latte di capra e derivati con una quota di mercato del 68 per cento ed un fatturato annuo in costante crescita.

L'idea, ha precisato Calzolari, è quella dello “sviluppo lungo l'Appennino e in Sardegna di un allevamento non competitivo con la produzione di latte vaccino, con un modello di gestione zootecnica di circa 1500 capre; una misura alla portata di un nucleo familiare”.

Produttori e ricercatori lavoreranno insieme per lo sviluppo della filiera italiana del latte di capra, di qualità superiore, con studi da avviare nei centri di ricerca a Foggia. Questi gli obiettivi del primo – e finora unico – protocollo di collaborazione definito tra la Amalattea Spa ed il Cra. Una partecipazione di minoranza del capitale di Amalattea (che ha uno stabilimento a Villagrande Strisaili) dal 7 ottobre scorso è passato a Granarolo Spa, il maggiore operatore agro industriale del Paese a capitale italiano.

“Siamo entrati in Amalattea con una piccolissima partecipazione – ha precisato Calzolari – per promuovere una collaborazione non invasiva con il primo marchio del settore caprino. Lavoreremo dunque sulla filiera del latte caprino nazionale mutuando la grande esperienza della filiera Granlatte”.

Secondo le stime Assolatte in Italia si producono circa 115 milioni di litri di latte di capra, contro i 657 della Francia, i 540 della Spagna, i 402 della Grecia e i 190 dell'Olanda.