La Nuova Sardegna

Nuoro

Centrale a carbone, la Regione chiede l’esame ambientale

di Federico Sedda

Ottana, il sindaco: il Savi ha accolto le nostre osservazioni «Senza le proteste il caso sarebbe passato sotto silenzio»

23 febbraio 2014
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OTTANA. Il progetto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica dovrà essere sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale (Via). No, dunque, alla procedura semplificata che fa a meno delle indagini approfondite che riguardano l’impatto sul territorio e sulla salute dei cittadini. Ciò significa che, per poter proseguire il percorso messo a punto dall’imprenditore Paolo Clivati, il progetto dovrà essere sottoposto «all’ulteriore procedura di Via, integrata con la valutazione di incidenza ambientale». Un procedimento lungo e tortuoso, che, a riprova della complessità dell’iniziativa, richiede approfondimenti tecnici che coinvolgono diversi enti pubblici e il ministero dell’Ambiente. Nella seduta del 5 febbraio scorso (una delle ultime riunioni presiedute dall’ex governatore Ugo Cappellacci), la giunta regionale ha così accolto la proposta del Savi (il servizio ambientale della Regione) di sottoporre il progetto di Ottana Energia non solo alla procedura del Via, ma anche alla relazione di incidenza sugli eventuali effetti del progetto sull’habitat naturale della zona. Se non è uno stop al progetto, poco ci manca. D’ora in poi, infatti, il percorso diventa in salita. Il sindaco di Ottana, Gian Paolo Marras, fermo rappresentante del fronte del no al carbone, canta vittoria.

«Il Savi – dice – ha accolto le nostre osservazioni contrarie al progetto. Abbiamo dimostrato che la riconversione a carbone della centrale elettrica non è una cosa di poco conto, come ci volevano far credere, ma un’iniziativa di notevole impatto che non può escludere il parere dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni locali. Senza il nostro intervento, e di tutti quelli che si sono opposti con delibere e petizioni, probabilmente, la questione sarebbe passata sotto silenzio». Il Savi ricorda che, contro il carbone, si sono espressi, depositando relazioni tecniche, non solo il comune di Ottana, ma anche quello di Sarule, il comitato “Non bruciamoci il futuro” e l’associazione “Medici per l’ambiente”.

Sulla valutazione della procedura ha inciso, forse in modo determinante, anche una nota del ministero dell’Ambiente che chiedeva conto «delle valutazioni svolte sugli effetti indiretti dell’impianto nei confronti dell’habitat». Lo stesso Savi, tuttavia, ha rilevato nel progetto di Ottana Energia numerose criticità, tali da richiederne l’assoggettamento alla procedura di impatto ambientale. Le più importanti osservazioni riguardano «la mancata previsione dell’utilizzo dei sistemi di abbattimento degli inquinanti emessi dalla caldaia; l’aumento del quantitativo di rifiuti prodotti durante l’esercizio dell’impianto e l’impossibilità di escludere impatti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana».

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