La Nuova Sardegna

Nuoro

«Mandiga in sardu» A scuola la merenda è a chilometro zero

«Mandiga in sardu» A scuola la merenda è a chilometro zero

Bolotana, esperimento alle materne sugli spuntini dei bimbi Al posto di alimenti confezionati i prodotti del territorio

16 febbraio 2014
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BORTIGALI. Preparare una merenda con prodotti tipici locali adatti ai bambini, configurando sul piatto, con gli stessi alimenti, figure in grado di incuriosirli e di stuzzicarne la fantasia e, infine, una volta mangiato, sistemare i rifiuti nei contenitori della raccolta differenziata. Il tutto parlando in sardo. Gesti semplici che le mamme fanno tutti i giorni, a casa, magari in silenzio e non sempre utilizzando i prodotti della propria terra. Meglio brioche e nutella, piuttosto che pane carasau e formaggio. Stavolta, però, lo scenario non è la cucina casalinga, ma la mensa di una scuola, dove la regola, almeno per un giorno, è stata quella mettere al bando merendine impacchettate per fare merenda con alimenti tipici locali, spiegandone i contenuti in lingua sarda. È quanto accaduto la settimana scorsa nella scuola materna di Bortigali dove è stato sperimentato il progetto “Mandiga in sardu”, ideato dall’istituto di studi e ricerche “Camillo Bellieni” di Sassari per valorizzare la lingua sarda utilizzando uno dei momenti più significatici della giornata dei bambini: l’ora della merenda. Così, i bimbi della scuola materna del centro del Marghine, sono stati protagonisti attivi del loro spazio-merenda, preparando, insieme ai loro insegnanti e agli operatori del Bellini, semplici e genuine merendine a base di alimenti tipici, quali latte, frutta, formaggio, frullati e marmellate. Tutto regolarmente made in Sardegna. L’animatrice Maria Antonietta Fois, assistita dall’educatrice Gianfranca Fara e da suor Gracy Vavachen-Manayth, ha spiegato ai piccoli tutti gli elementi che compongono una buona e sana merenda con i prodotti locali. Gesti semplici che, alla fine, sono diventati un gioco. Le merende, infatti, sono state sistemate nei piatti in modo diverso, dando vita a figure quali “sa barca, su paracu e su vasu ‘e sos fiores”(la barca, l’ombrello e il vaso di fiori), così da fare apprendere ai bambini i termini in sardo associati alle figure.

Finita la merenda è scattato il gioco della raccolta dei rifiuti, con i maschietti “chi che frundint s’umidu, sa feminas sa plastica e sas mastras s’indiferentziadu” (i maschietti buttano l’umido, le femmine la plastica e le maestre l’indifferenziato). Tutte le spiegazioni naturalmente sono state fornite in lingua sarda, base fondamentale del progetto “Mandiga in sardu”, che coinvolge, oltre l’istituto Bellieni, anche la provincia di Nuoro e la regione Sardegna. Il primo appuntamento si è tenuto con successo a Bortigali. In seguito, l’iniziativa sarà mandata avanti nelle scuole di tutti i comuni della provincia di Nuoro. I laboratori per i piccoli hanno la durata di due ore per ogni istituto. Il progetto è rivolto anche ai genitori con corsi intensivi di quattro ore. Agli adulti vengono spiegati i vantaggi del bilinguismo nello sviluppo cognitivo del bambino e l’importanza di parlare in sardo nelle famiglie. Una lingua che, a quanto pare, mangiando si apprende meglio. Parola dei bambini di Bortigali.

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