La Nuova Sardegna

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Giornata di studi e memoria per “Sa die de Sa Sardigna”

di Bernardo Asproni
Giornata di studi e memoria per “Sa die de Sa Sardigna”

La Regione ha pubblicato la graduatoria sui progetti approvati relativi a “Sa die de sa Sardigna”. Nell’elenco, c’è anche quello del comune di Lodè che da subito, aveva colto l’importanza della...

24 gennaio 2014
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La Regione ha pubblicato la graduatoria sui progetti approvati relativi a “Sa die de sa Sardigna”. Nell’elenco, c’è anche quello del comune di Lodè che da subito, aveva colto l’importanza della “Giornata del popolo sardo”, istituita dal consiglio regionale. «A tale fine – spiega Angelo Canu, de s’Ufitziu de sa limba sarda – il Comune ha predisposto una giornata di studi per ricordare il 28-4-1794 e dare seguito alle manifestazioni degli anni scorsi con l’intento divulgativo-didattico di spiegare l’importanza dei vespri sardi, insurrezione popolare contro i Piemontesi per chiedere più autonomia e importanza decisionale». È il progetto per far più luce sui moti angioini e antifeudali, una diversa visione dell’accaduto per mezzo di racconti e di storie di vita tratti da archivi dimenticati, che stanno riportando alla luce fonti scritte legate alla storia di vita e alla rivelazione del ruolo che la cultura orale ha avuto in Sardegna nel tramandare fatti ed eventi storici di valore collettivo. Una scoperta e una narrazione della storia dei paesi del 700 e 800 per mezzo di racconti di tanti che sono partiti a difendere il suolo natio per un ideale di libertà. «Vista l’importanza della memoria e della tradizione orale – precisa Canu – si è inteso raccontare quanto avvenuto alla fine del 700, l’importanza della cultura popolare tramite la narrazione di un romanzo che ha cambiato storia e cultura della Sardegna, “Sos Sinnos de Mialinu Pira”, un libro sull’identità conosciuta e da conoscere che racconta S’iscola de su cuile e S’iscola de su mastru, una serie di racconti in sardo che hanno seguito e amplificato la tematica della Sardegna tra due lingue, quella di un popolo dai diritti negati, da pretendere – prosegue Canu – Mediante l’esposizione di queste tematiche si arriva a parlare dell’importanza politica della lingua sarda alla luce di una nuova autonomia, del bilinguismo e della lingua sarda negli enti e nelle scuole, per una visione nuova senza pregiudizi della storia e della cultura sarda».

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