Elezioni regionali Sardegna, il Pd e altri undici partiti kappaò in Ogliastra: esclusi per irregolarità. Partono i ricorsi alla Corte d'appello
Mannaia sul centrosinistra che perde sei liste al tribunale di Lanusei. Escluse anche due liste di Mauro Pili e una di Cappellacci, oltre a quelle di Meris, Fronte indipendentista unidu e Movimento zona franca
15 gennaio 2014
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LANUSEI. Fuori il Pd, fuori gran parte del centrosinistra, fuori due liste di Mauro Pili, fuori alcune formazioni minori. È il clamoroso esito delle verifiche del tribunale di Lanusei sulla regolarità delle liste presentate dai partiti in vista delle elezioni regionali del 16 maggio.
Nelle schede di voto, in Ogliastra, saranno dunque assenti, oltre alla lista del Partito democratico, anche quelle di Sinistra Ecologia e Libertà, del Partito sardo d’azione, del Fronte indipendentista unidu, dei Rossomori, di Meris, di Unidos, di Mauro Pili presidente, dell’Italia dei valori, di La Base Sardegna-Arbau, dell’Unione popolare cristiana e del Movimento Zona Franca: dodici liste sulle 26 presentate in Ogliastra escluse per l’irregolarità dei documenti presentati o per la mancanza di potere rappresentativo da parte di chi ha consegnato le liste in tribunale.
La mannaia del tribunale colpisce in particolare lo schieramento del candidato presidente Francesco Pigliaru, che vede fuori dalla corsa ben sei delle liste che lo sostengono.
Due liste perde anche l’ex presidente Mauro Pili, mentre è una sola la lista che viene meno nello schieramento del presidente della Regione uscente Ugo Cappellacci.
Si attende una pioggia di ricorsi. Domenico Murgioni, segretario provinciale del Pd, annunciare ricorso in Corte d’appello a Cagliari: «Siamo fiduciosi che il nostro ricorso verrà accolto».
Molto polemico con il tribunale il Movimento zona franca.
