La Nuova Sardegna

Nuoro

Confindustria: lo sviluppo è nei parchi

di Antonello Sechi
Confindustria: lo sviluppo è nei parchi

Roberto Bornioli ribadisce la svolta dell’associazione: «Il marchio Gennargentu farà crescere tutti i settori produttivi»

19 ottobre 2013
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NUORO. «Non chiamiamolo parco nazionale, cominciamo con un nucleo ristretto di comuni ma cominciamo: abbiamo bisogno di un marchio d’area, di un marchio ambientale che rilanci l’economia del centro Sardegna». Roberto Bornioli, presidente degli industriali nuoresi, ha ripetuto ieri a Sorgono, a un convegno sul turismo promosso dalla Cgil, quello che la sua organizzazione dice da tempo: in un territorio dove «tutto muore», dove di industria ne resta poca, dove uffici e servizi pubblici spariscono insieme ai paesi che si spopolano, l’ambiente con la sua tutela e la sua promozione è quello che può rimettere a posto l’economia.

L’avesse detto qualche anno fa gli sarebbero saltati addosso comitati di cacciatori e ultras del “laissez faire” a ogni costo. Ma stavolta, a parte alcuni irriducibili che non hanno fatto mancare la nota indignata, nessuno ha minacciato l’occupazione di municipi e sale consiliari. Sarà che la crisi che sta devastando il centro Sardegna lascia poco spazio alle chiacchiere, ma si è levata anche qualche timida voce favorevole. Da parte di amministratori locali, alcuni dei quali stanno portando avanti il progetto dei loro piccoli parchi. La politica, invece, quella dei partiti, impaurita e priva di idee, e soprattutto concentrata su elezioni e candidature a questo o quello, per il momento è rimasta a guardare in silenzio lo sforzo creativo degli industriali. Che da tempo hanno avviato una riflessione su ambiente e cultura come motore dello sviluppo del centro Sardegna – in aggiunta a ciò che già funziona ma non basta più – e che organizzano un convegno dietro l’altro sul tema.

A «tirare il sasso nello stagno», facendo il bilancio della stagione estiva, è stato qualche settimana fa Massimiliano Meloni, presidente della sezione turismo di Confindustria. Che non ha avuto timore di citare il parco del Gennargentu, chiedendo a tutti di cominciare a riconsiderarlo. E a chi ha avuto da ridire ha esposto i numeri da coma profondo della società delle cosiddette zone interne: «Negli ultimi 5 anni hanno perso 6mila abitanti (un intero paese). C’è il 20% di disoccupazione, il 40% di disoccupazione giovanile, il 15% di dispersione scolastica, 17mila euro di reddito annuo medio pro-capite».

Confindustria fa comunque quella che dal suo punto di vista è una scelta di realismo. Mette l’accento sulle opportunità dei parchi, con regole da rispettare, certo, ma senza spingere sui vincoli assoluti. Non possiamo, spiega Roberto Bornioli, ripartire dal parco nazionale. «Meglio – ha chiarito anche ieri a Sorgono – puntare su un modello come quello del parco di Tepilora, che mette insieme quattro comuni (Bitti, Posada, Lodè e Torpé), parte dal basso e viene portato avanti con coraggio dai sindaci. Non è un ripiego ma concretezza: la storia di questi anni ha dimostrato che i parchi calati dall’alto scatenano reazioni che li conducono al fallimento, anche se a opporsi a volte è una minoranza».

Al marchio d’area, comunque, non si può rinunciare. E il brand del Gennargentu sarebbe il più forte, quello che più di altri può mettere il turbo al turismo e all’agroalimentare, per creare nuove imprese e posti di lavoro. Ci sono esempi illuminanti, chiarisce il presidente degli industriali nuoresi: la Val d’Aosta e il Trentino «due aree montane simili alla Barbagia-Mandrolisai, che soffrivano degrado economico e spopolamento, e che grazie alla promozione dell’ambiente e ai parchi hanno cambiato il loro destino: oggi contano milioni di presenze turistiche in estate e in inverno». Il modello funziona anche nel centro Sardegna, prosegue Bornioli. Lo ha dimostrato, a Sorgono, il gestore dell’oasi agrituristica di Donnortei, a Fonni: «Ha cominciato nel momento in cui la protesta degli antiparco era più forte, ha resistito alle beffe di alcuni di loro e ha tirato su un’azienda che oggi crea reddito e lavoro». Ambiente, reddito, lavoro: è tutto quello – conclude Confindustria – che serve per fermare il declino del centro Sardegna.

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