La Nuova Sardegna

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Nuoro, ecco un nuovo Redentore: visto dal cielo

di Valeria Gianoglio
Nuoro, ecco un nuovo Redentore: visto dal cielo

Giuseppe Chironi: col mio quadricottero ho volato sul simbolo di Nuoro e osservato dall’alto le bellezze del territorio - VIDEO

18 ottobre 2013
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NUORO. Quattro rotori in alluminio e fibra di carbonio, una sessantina di centimetri di larghezza. una centralina di controllo a terra, e un video che trasmette tutte le immagini in alta definizione, secondo per secondo. E che per la prima volta nei suoi 113 anni di storia mostra il Redentore come nessuno lo ha mai visto, e soprattutto filmato. Quando si è levato in volo, qualche settimana fa, dopo il decollo dal vecchio altare in granito ai piedi del Redentore, qualche turista allibito, da lontano, lo ha scambiato probabilmente per un mega zanzarone, mentre la vicina postazione della Forestale ha subito inviato sul posto uno dei suoi uomini per vederci chiaro.

«È un quadricottero, un aeromodello che ho fatto io, con una piccola telecamera che invia le immagini a terra»: Giuseppe Chironi, 41 anni, nuorese dal multiforme ingegno visto che spazia dal lavoro come docente di chitarra e musicista, a quello di appassionato creatore di aeromodelli sofisticati, ha subito messo le cose in chiaro. E forse nemmeno lui, in quel momento, si sarebbe mai immaginato che quelle immagini girate dalla sua ultima creatura volante, quel filmato subito ribattezzato “Il Redentore come non l’avete mai visto”, avrebbero fatto in pochi istanti il giro del web, avrebbero conquistato il popolo di You-tube nel suo canale dedicato “Air Grafica”, e i consensi del Comune, avrebbero toccato il cuore di tanti nuoresi, che a quella statua in cima all’Ortobene ci sono più affezionati di tante opere d’arte.

Non lo avrebbe mai sospettato, probabilmente, Giuseppe Chironi, molti anni fa – quando ancora piccolo, come tanti altri bambini, toccava il pollicione della statua – che un giorno, per pura passione e per dare una mano a un amico regista, quella stessa statua l’avrebbe vista dall’alto e ripresa con un sofisticato mix di tecnologia, telecamere, stabilizzatori e centraline di controllo.

Questa di Giuseppe Chironi è la storia di un nuorese che ormai, dati i 41 anni, sarebbe improprio definire giovane ma che giovane, e molto anche, lo è nell’ingegno e nell’inventiva. Sette anni fa succede che incontra un amico ingegnere, ci scambia due chiacchiere, e si fa conquistare dal mondo dell’aeromodellismo. Comincia a studiare, legge riviste specializzate, chiede consiglio a chi lo ha preceduto nel settore. E gli si apre un mondo intero. Giuseppe Chironi, in poco tempo, diventa così bravo, nel realizzare aeromodelli sofisticati, che a casa sua, a un certo punto, deve trasformare una stanza in un vero e proprio hangar. Che è tutto un tripudio di modelli perfetti di aerei ed elicotteri: da un Predator che viaggia sui 200 km all’ora, all’Eurofighter, passando per mini-Canadair a tutto ciò che la sua fantasia, mescolata a una precisione svizzera, gli suggerisce.

Giuseppe Chironi ci ha ripreso tanto, delle bellezze di Nuoro e provincia, con queste sua creature volanti che filmano tutto dall’alto e gli trasmettono le immagini in diretta sui suoi occhiali a cristalli liquidi. Oppure su uno schermo.

Ha ripreso dagli anfratti del Supramonte all’azzurro di Cala Luna. «Ma no – dice, sorridendo – la foca monaca non sono riuscito a vederla». E nel frattempo è passato dalle telecamere più economiche a oggetti figli della tecnologia più avanzata, ai quali abbina, da qualche tempo, anche un sofisticato sitema di stabilizzazione delle riprese video dall’alto.

E poi arriva il progetto Redentore. «Ho deciso di filmare dall’alto la statua con il mio quadricottero – spiega – perché volevo testare il sistema su un simbolo di Nuoro e della Sardegna. E i nuraghi mi sembravano troppo scontati». Ed è stato un vero successo. «Ho volato a inizio settembre, sulla statua», dice, utilizzando sempre la prima persona, perché in fondo quando guida dal basso la sua creatura volante con telecamera annessa, lassù in alto è proprio come se ci fosse lui. «In fondo – aggiunge – è un modo per ripagarmi del fatto che non ho fatto il pilota. Ora volo con gli aeromodelli, con gli occhiali a cristalli liquidi, con il video. Mi sembra davvero di essere in aria e lassù ha tutto un fascino diverso».

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