La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Dna smaschera un rapinatore

di Lamberto Cugudda
Il Dna smaschera un rapinatore

Salvatore Mereu è ricercato per il colpo messo a segno due anni fa alle poste di Lanusei

14 settembre 2013
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Per gli agenti della squadra mobile di Nuoro, guidata dal vice questore Fabrizio Mustaro, e per i loro colleghi del commissariato di Ps di Lanusei, comandato dal dirigente Massimo Auneddu, Salvatore Mereu, operaio, 50 anni, nativo di Gairo ma da anni residente a Tortolì, sarebbe uno dei componenti della banda che effettuò una rapina a mano armata all’ufficio postale di Lanusei il 3 ottobre di due anni fa. E lo stanno ricercando, considerato che da due mesi avrebbe fatto perdere ogni traccia. Il giudice per le indagini preliminari Nicola Clivio, su proposta del pm Nicola Giua Marassi, ha emesso il provvedimento con il quale viene dichiarata la latitanza di Salvatore Mereu. Per le forze dell’ordine, ulteriori conferme della sua partecipazione alla rapina sarebbero arrivate da alcune tracce lasciate sul posto, dalle quali è stato possibile estrarre il Dna che corrisponderebbe a quello del ricercato. L’operaio gairese era già conosciuto dalle forze di polizia in quanto sarebbe pregiudicato per delitti legati al traffico di armi e di stupefacenti. I malviventi entrarono in azione, il 3 ottobre 2011, alle ore 7,40 a due chilometri da Ilbono. In tre, armati e travisati con delle tute bianche di tipo usa e getta, armati di pistola e fucile mitragliatore, bloccarono il Fiat Doblò che veniva utilizzato per la consegna della corrispondenza negli uffici postali. Minacciarono con le armi il conducente e gli intimarono di recarsi nell’ufficio postale di Lanusei. Due banditi salirono a bordo del vano posteriore. Nell’ufficio postale fecero scendere l’autista nell’ingresso posteriore riservato al personale e gli puntarono la pistola alla testa per farsi aprire dall’interno dell’ufficio. Entrarono nei locali in cui vi era la cassaforte e “prelevarono” 49mila euro in contanti. Il piano della fuga venne disturbato dall’arrivo di un altro furgone portavalori della Metropol sarda, con sede a Tortolì, con a bordo tre guardie giurate, che si misero all’inseguimento del Fiat Doblò utilizzato dai rapinatori per fuggire. I tre, sentitisi braccati, si diressero in vie molto strette e si rifugiarono in un parcheggio pubblico in via Iglesias. Qui abbandonarono il mezzo, con gli indumenti con i quali si erano travisati, il denaro rubato e un’arma clandestina (una pistola).Grazie a un immediato intervento degli agenti del commissariato di Lanusei, e in seguito anche della squadra mobile e della Polizia scientifica della questura di Nuoro, vennero repertate tutte le tracce lasciate, oltre a essere visionate tutte le videocamere presenti a Lanusei, dalle quali sarebbe stata riscontrata la presenza del latitante.

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