La Nuova Sardegna

Nuoro

La vita in un frigomacello raccontata da Fabio Forma

La vita in un frigomacello raccontata da Fabio Forma

BORORE. Per scriverlo ha impiegato un anno, ma ne sono serviti altri tre per lavorarci di lima e di cesello. «Carne da demolizione», la prima fatica letteraria di Fabio Forma, è un libro che...

15 agosto 2013
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BORORE. Per scriverlo ha impiegato un anno, ma ne sono serviti altri tre per lavorarci di lima e di cesello. «Carne da demolizione», la prima fatica letteraria di Fabio Forma, è un libro che racchiude tre diversi racconti in rapporto fra loro, che si incrociano nella descrizione di un ambiente di lavoro, quello di un frigomacello, dove l’orrore del processo di lavorazione si scontra col volto umano dei personaggi. Il romanzo di Fabio Forma racconta e descrive la fabbrica di carne, «una casa degli orrori più vera di quelle propinate al luna park», la vita “normale” fuori da quell’ambiente e la necessità di lavorare nell’azienda che il padre ha contribuito a costruire anche per lui, ma racconta anche la frustrazione di non poter fare le cose per le quali si è formato (ha studiato comunicazione alla Iulm di Milano) e di ritrovarsi a 23 anni in una «fabbrica di carne» dove i colleghi sanno che è figlio di uno dei titolari e colgono tutte le occasioni per metterlo a disagio o per farne il bersaglio di scherzi atroci. «Carne da demolizione», pubblicato dalla casa editrice Alberto Gaffi di Roma, è uscito nelle librerie di tutta Italia appena due settimane fa, ma ha già suscitato l’interesse dei lettori. A richiamare subito l’attenzione è la grafica della copertina, realizzata da Maurizio Ceccato (è l’autore della copertina di Melissa P), che richiama la locandina di un film degli anni Trenta. Nella quarta di copertina la descrizione di Andrea Di Consoli, giornalista e scrittore che si occupa di libri e cultura nel programma Uno Mattina di Rai Uno, il libro è descritto come «un bellissimo e lacerante romanzo fiorito in una contraddizione epocale».

Nel racconto di Fabio Forma c’è l’impatto con un lavoro che sembra facile, ma non lo è, c’è il salto di ambiente da Milano, che cinque anni fa non risentiva ancora della crisi, al centro Sardegna dove le fabbriche avevano già chiuso mettendo per strada disoccupati e nuovi poveri, e c’è l’incontro violento con un lavoro brutale ma inevitabile. Perfettamente descritta la catena di montaggio della morte, con maiali e vitelli che nel processo di produzione diventano quarti e mezzene da consegnare alle macellerie.

Fabio Forma racconta in modo estremamente realistico ciò che il consumatore non immagina quando dal bancone del supermercato prende e mette nel carrello della spesa il vassoio con le bistecche o lo spezzatino. La prima presentazione del libro è prevista per il 25 agosto al museo di casa Manno ad Alghero. Arnaldo Colasanti, che apre le trasmissioni di rete di Rai Uno alle 6 del mattino, lo presenterà lunedì a “Uno mattina caffè”. (t.g.t.)

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