La Nuova Sardegna

Nuoro

Elettrocolli, il sito era romeno

di Giovanni Bua
Elettrocolli, il sito era romeno

Prosegue la caccia ai truffatori. Sanna (polizia postale): «Internet non è un posto sicuro»

09 giugno 2013
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NUORO. È in Romania il server che ospitava il finto sito internet della Elettrocolli oscurato dalla Polizia postale. Come romeni erano molti dei siti (creati ad hoc) che contenevano i feedback positivi sul portale di e-commerce, che ha attirato almeno 500 clienti truffati (con una certa prudenza) di almeno 300mila euro. Clienti in gran parte del nord est d’Italia, che ora stanno tempestando di telefonate il noto negozio di elettronica cittadino, assolutamente ingnaro della truffa organizzata usando il suo nome e i suoi recapiti. «Loro giustamente girano le telefonate a noi – racconta il reponsabile della polizia postale Pierluigi Sanna – e ora inizieranno ad arrivare centinaia di denunce da mezza Italia».

Niente di nuovo per questo ultraspecializzato corpo di polizia, che lavora nella pancia del palazzo delle Poste di piazza Crispi. E si confronta tutti i giorni con le immense praterie del web, che, con il passare del tempo, diventa un posto sempre meno raccomandabile.

«Noi – spiega Sanna – cerchiamo di informare il più possibile sulle precauzioni da prendere. Per quanto riguarda quest’ultima truffa, molto comune a esser sinceri, gli utenti venivano attirati con prezzi davvero stracciati. E già questo deve insospettire. Un oggetto hi-tech ha più o meno lo stesso prezzo in tutto il mondo. Difficilmente qualcuno ve lo può offrire con il 70 per cento di sconto. Altro campanello di allarme si doveva accendere quando i venditori chiedevano via email di ricaricare una postepay. Nessun rivenditore serio fa così. Esistono canali di pagamento ben noti, sicuri e certificati. Bisogna usare solo quelli. ci sono mezzi per proteggere il pc, o lo smartphone, ma il primo firewall dobbiamo installarlo nel nostro cervello».

Una raccomandazione da non sottovalutare. Secondo il dati pubblicati di recente dal Sole 24 ore Nuoro è infatti una delle province italiane più bersagliate dalle truffe. Nel 2012 la scarsa attenzione è costata ai nuoresei più di 500mila euro. «E il trend – sottolinea Sanna – è in costante crescita da almeno quattro anni».

Difficile certo dare un luogo ai crimini informatici. La polizia postale nuorese infatti si può trovare a chiudere un sito pedopornografico (il monitoraggio e la caccia di tali siti è una delle attività rpincipali del corpo) magari aperto su un server russo e gestito da ’ndrine calabresi. «Ne abbiamo chiuso oltre 800 lo scorso anno – spiega Sanna – quelli italiani li affondiamo proprio. Per quelli appoggiati su server stranieri ci limitiamo a impedirne l’accesso dall’Italia. Certo, è come cercare di svuotare il mare con un cucchiaio, ma noi, e i nsotri colleghi di tutte le varie forze dell’ordine, ci siamo».

Un crimine globale, che scavalca frontiere e mari, e rischia di portare nell’isola la grande criminalità che storicamente ne è stata lontana. «È un dato assodato – spiega il sostituto commissario – che le grandi associazioni criminali stanno investendo molto nei crimini in rete. E capita che trovino “ganci” locali per portare a termine i loro traffici. Non escludiamo ad esempio che in questa ultima articolata truffa possano essere coinvolti dei nuoresi. E in questo senso ci muoviamo con le indagini. Quel che è certo è che internet è come un intero mondo. Pieno diopportunità, e di malintenzioanti che ne vogliono approfittare. Navigare, comprare, mettere in rete dati sensibili, è cosa che va fatta usando la stessa attenzione che si userebbe girando per strada in un quartiere un po’ malfamato». Poi c’è la rete sotterranea, quella non catturata dai motori di ricerca. E anche lì si avventurano spesso gli agenti (otto) guidato da Sanna. «Lì però più che un quartiere malfamato è un vero e proprio inferno. Ma non ci spaventiamo certo. Anzi, siamo di casa. Anche se i delinquenti non penso che lo sappiano».

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