La Nuova Sardegna

SINISCOLA. Anche le insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia di La Caletta, si uniscono al cerchio di solidarietà che si è formato intorno alle colleghe di Posada che hanno ricevuto una contestazione d’addebito per non aver sottoposto tre bambini ai quiz Invalsi. «Purtroppo nella scuola pubblica siamo alla barbarie – dicono le insegnanti – con un salto indietro che ci riporta ad altri tristi tempi, molti dirigenti scolastici hanno fatto proprie le parole dell’ex ministro dell’Istruzione Profumo che voleva alternare il bastone alla carota. L’attacco alla scuola pubblica messo in atto da diversi anni a questa parte dal governo, si sta sempre di più concretizzando a livello locale grazie a molti dirigenti diventati ormai dei burocrati meri esecutori di ordini, dimenticandosi di essere stati docenti anche loro e che il lavorare con i bambini non è certo addestrarli a mettere crocette su sterili fogli con domande predisposte da chi di bambini sa poco. Si pretende che gli insegnanti umilino l’intelligenza dei bambini, obbligandoli ad eseguire qualcosa che non capiscono e di cui non si può dare spiegazione perché illogica e fuori contesto – continuano le maestre – Come non è possibile spiegare che quel giorno i loro compagni con handicap devono stare fuori dall’aula, perché le loro prove non verranno prese in considerazione perché abbasserebbero gli standard della classe. Per fortuna ci sono ancora insegnanti che non si fanno subordinare, che hanno rispetto per la loro dignità e per i bambini a loro affidati». (s.s.)