La Nuova Sardegna

Nuoro

Tepilora, il parco e i suoi protagonisti

di Paolo Merlini
Tepilora, il parco e i suoi protagonisti

Breve viaggio tra le strutture d’eccellenza che operano nell’oasi di prossima istituzione a Bitti, Torpè, Lodè e Posada

03 giugno 2013
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Gli ospiti che qualche giorno fa hanno lasciato Ertila, l’azienda agrituristica alle porte del Parco di Tepilora, erano turisti un po’ speciali. Si chiamano Doug, Gideon, Avery e Carl, vengono dal Canada e dagli Stati Uniti, e insieme hanno dato vita al gruppo vocale Tenores de aterue. Innamorati del canto a tenore, si sono messi a studiarlo pazientemente attraverso video e registrazioni dei cori che lo hanno fatto conoscere al mondo, i tenores di Bitti. Una volta appresa la tecnica, e constatato che i sardi non sono gelosi della forma musicale che più li identifica, hanno deciso di mettersi alla prova con una tournée nell’isola, dando vari concerti ovunque molto seguiti. Per comprendere meglio l’origine del canto dei pastori hanno scelto di soggiornare in un casale di campagna a 900 metri d’altezza, un po’ fuori mano ma circondato da una natura incantevole, appunto l’azienda vicino a Mamone di Giuseppe e Agostino Demurtas, impegnati a garantire un servizio tutto l’anno nonostante mille difficoltà. Ieri invece Ertila ospitava i partecipanti, arrivati da tutta Europa, della Transardinia Classic, traversata in mountain bike della Sardegna, da Olbia a Cagliari, sugli antichi sentieri della transumanza: 400 chilometri su strade bianche, in più di un caso scoscesi tratturi, insomma un percorso non per tutti.

Benvenuti nel Parco regionale di Tepilora, l’oasi ambientale che riunisce quattro comuni e riguarda un’area di ottomila ettari, dalle foreste demaniali di Crastazza, Tepilora e Sos Littos (in territorio di Bitti) sino alle zone umide di Posada passando per il massiccio calcareo del Montalbo (Lodé) e il lago di Torpè con le colline che lo sovrastano. Un parco che nasce dalla volontà di tutelare la natura ma anche da una scommessa su sviluppo sostenibile e turismo ambientale in territori altrimenti destinati al progressivo spopolamento (i tre paesi dell’interno) o alla speculazione edilizia (Posada, l’unico dei quattro comuni che si affaccia sul mare con un litorale ancora incontaminato). Dopo il sì per nulla scontato dei consigli comunali, l’approvazione definitiva del parco ora spetta alla Regione.

Nel frattempo però alcune imprese, perlopiù familiari, impegnate da anni a offrire servizi che vanno dall’ospitalità alla ristorazione, hanno cominciato a “fare rete”, costruendo nei fatti il tessuto vivo del parco. Sono decine per ciascun comune, ma per raccontare il parco che verrà la scelta cade qui su quattro eccellenze, una per paese.

Bitti. Giuseppe e Agostino Demurtas sono veterani del settore. Hanno aperto il loro agriturismo (Ertila, dal nome della campagna) nel 1996. Padre e figlio, hanno creduto sin da allora nella possibilità di un turismo diverso. Ci sperava soprattutto Agostino, che allora aveva 18 anni e auspicava per sé un futuro che non fosse gestire il bar di famiglia in paese. Diciassette anni dopo i Demurtas continuano a crederci, nonostante le norme in perenne aggiornamento – l’ultima riguarda i centri di raccolta da cui gli agriturismo possono approvvigionarsi – favoriscano paradossalmente ristoranti camuffati, magari in riva al mare. Insomma, quelli che aprono tre mesi l’anno e sono iscritti all’albo per via di un campo coltivato a patate. A Ertila, invece, tutto ciò che arriva in tavola, dalla carne ai formaggi e le verdure, è prodotto in loco. L’azienda ha sei camere con 12 posti letto, un agricampeggio e offre escursioni a cavallo (www.agriturismoertila.it).

Torpè. Anche dietro l’Essenza ci sono due generazioni. Sono Marina Denti e Valeria Gentile, madre e figlia, la loro “Oasi sensoriale” nelle campagne di Cuccu Etzu, vicino al nuraghe San Pietro, è nata appena un anno fa, come convergenza di un sentire comune sull’amore per la natura e un’idea sostenibile di turismo. Marina, perito agrario, ha una lunga esperienza nella lavorazione delle erbe officinali e aromatiche. Valeria, laureata in comunicazione e giornalismo, ha girato il mondo per dare corpo alle sue passioni: la poesia e la letteratura di viaggio. Passioni che l’hanno portata in Cina, Giappone, poi in Medio Oriente e in Africa per incontrare grandi poeti popolari, e un po’ovunque per raccontare con testi e foto storie di grande attualità, come il dramma del popolo palestinese. Ha pubblicato vari ebook.

L’Essenza ha la struttura di un nuraghe quadrilobato, ed è costituito da un corpo centrale che apre su quattro pinnettos, le abitazioni dei pastori sardi dalla notte dei tempi. Ciascuno di essi è in realtà una comoda camera da letto, affrescata con colori differenti dalle tonalità pastello e profumata con essenze diverse, a seconda dell’esigenza del soggiorno: la stanza bianca, per esempio, ha un’aroma purificante al mirto ed è indicata «per disintossicare il corpo e la mente»; la viola, con aroma alla lavanda, è ideale per chi soffre di emicrania, ansia e insonnia. La verde (al ginepro) stimola l’armonia, la gialla (elicriso) favorisce il recupero dell’energia psicofisica. Come Giuseppe e Agostino Demurtas a Ertila, anche Marina e Valeria accolgono comitive in mountain bike o a cavallo. Ma tramite loro è possibile contattare Magda Ticca, esperta in riflessologia plantare, o conoscere grazie a Margherita Pusceddu i benefici del massaggio olistico con riequilibrio dei chakra, punti sensibili del corpo secondo la medicina orientale (www.essenzasardegna.com). (1 – continua)

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