La Nuova Sardegna

Nuoro

Perdite del 75 per cento nella rete idrica cittadina

di Tito Giuseppe Tola
Perdite del 75 per cento nella rete idrica cittadina

Macomer, l’ultimo dato è emerso durante il congresso regionale della Filca-Cisl Nonostante i recenti lavori, gran parte dell’acqua immessa finisce nel sottosuolo

24 aprile 2013
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MACOMER. Sotto le case scorre un fiume d’acqua che basterebbe a soddisfare il fabbisogno di un bacino d’utenza pari a tre volte quello di Macomer. Non si tratta di una falda sconosciuta che qualcuno ha scoperto in questi giorni, ma di una realtà nota da anni. Nel sottosuolo di Macomer scorre una quantità enorme d’acqua che la rete idrica colabrodo non riesce a contenere. La condotta perde il 75% dell’acqua immessa da depositi. Macomer e La Maddalena vantano in Sardegna il poco invidiabile primato di essere i comuni che ne perdono di più. Il dato lo ha reso noto nei giorni scorsi a Oristano Renzo Corveddu, segretario generale del sindacato edili Filca-Cisl, durante i lavori del congresso regionale di categoria. Il sindacalista ha spiegato che gli sprechi sono confermati dallo stesso gestore del servizio idrico, Abbanoa. In Sardegna arriva alle case il 53% dell’acqua immessa in rete. A Macomer ne arriva appena un quarto. Il resto finisce sotto terra alimentando pozzi e sorgenti a valle dell’abitato e i corsi d’acqua che affluiscono al Tirso. Praticamente viene disperso. Due terzi dell’acqua immessa in rete si perdono senza che nessuno ne abbia vantaggio. Alcuni lavori eseguiti negli ultimi anni sulle condotte cittadine hanno in parte limitato i disagi ai quali andava incontro in passato la popolazione, soprattutto durante i mesi estivi. Nei periodi di maggior consumo, tuttavia, non mancano le cadute di pressione, che si fanno sentire nelle zone più alte dell’abitato e agli ultimi piani di palazzi.

L’acquedotto di Macomer è vecchio. Una decina di anni fa perdeva molto di più. Da uno studio realizzato nel 2003 dall’Esaf (l’ente che gestiva l’acquedotto) e dal comune risulta che più dell’ottanta per cento dell’acqua immessa nelle condotte veniva perduta. Fuoriusciva da una miriade di perdite e di falle presenti nella rete vecchia e inadeguata. Più della metà delle utenze lamentava una pressione insufficiente. Due terzi delle abitazioni erano dotate di serbatoi di riserva e impianti di autoclave. Molte case ce li hanno ancora perché il problema non è stato del tutto risolto. In diverse zone dell’abitato sono stati eseguiti dei lavori, ma di acqua se ne perde ancora tanta. Le condotte, soprattutto quelle più datate, continuano a perdere. Nelle zone vecchie dell’abitato, dove la rete è più malandata e le tubazioni non sono proprio a tenuta stagna, gran parte dell’acqua finisce nel sottosuolo. Le cose cambieranno una volta che Abbanoa avrà ultimato i lavori avviati negli anni scorsi. Per contenere le perdite portandole nella media nazionale bisognerebbe rifare tutta la rete, ma i soldi non ci sono.

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